19 aprile 2024
Aggiornato 22:30
Dopo le missioni in Albania, Kosovo e Afghanistan

Friuli: la ‘Julia’ in partenza per il Libano

Alla ‘Di Prampero’ il saluto delle autorità cittadine e di tutti gli udinesi agli alpini pronti a lasciare il Friuli per la missione ‘Leonte XXIV’

FRIULI - Venerdì 6 aprile alle 10.30, nella splendida cornice del chiostro cinquecentesco della caserma ‘Di Prampero’, sede del Comando Brigata, si è svolta la cerimonia di saluto in vista del prossimo impiego in Teatro Operativo Libanese della ‘Julia’.

CON QUESTA CERIMONIA i militari del Comando Brigata, del 7° Reggimento Alpini di Belluno, i cavalieri del Reggimento Piemonte Cavalleria (2°) di Villa Opicina, del Reggimento Logistico di Merano, del 2° Reggimento Genio Guastatori di Trento, concludono un lungo ed intenso periodo di addestramento, specifico e finalizzato all’impiego in uno dei due settori operativi del sud del Libano, quello ovest, a guida italiana. Il Generale di Brigata Paolo Fabbri, 43° comandante della ‘Julia’, assumerà infatti la guida del Sector West con sede a Shama ed avrà alle dipendenze militari di diverse nazioni quali Armenia, Austria, Brunei, Corea del Sud, Croazia, Finlandia, Ghana, Indonesia, Irlanda, Serbia, Slovenia, Tanzania e Ungheria.

LA ‘JULIA’ / MLF (Multinational Land Force), alla prima partecipazione alla missione Unifil in Libano, si schiererà per la prima volta in assoluto all’estero in conformazione Deci (DEfence Cooperation Initiative): assieme ai militari delle Truppe Alpine dell’Esercito Italiano nelle cellule del comando e di alcune unità della ‘Leonte XXIV’ sarà schierato anche personale non solo di Ungheria e Slovenia, ma anche di Austria e Croazia.

MASSIMA AUTORITÀ MILITARE PER L’ESERCITO il Comandante delle Truppe Alpine, Generale di Corpo d’Armata Claudio Berto assieme alle più alte cariche istituzionali cittadine e regionali. Le attività di approntamento sono state propedeutiche agli incarichi assegnati al contingente italiano dalla risoluzione Onu numero 1701, che prevede il monitoraggio della cessazione delle ostilità nelle zone di confine con Israele, l’assistenza alla popolazione locale e il supporto all’addestramento delle Forze Armate Libanesi.