19 aprile 2024
Aggiornato 17:30
VERSO LE ELEZIONI REGIONALI

Cecotti: «Pordenone sacrificata sull’altare del “renzismo”»

Presentati programma e candidati del Patto per l’Autonomia. Moretuzzo: «Al centro la specialità». La prossima legislatura regionale dovrà ricostruire un equilibrio condiviso tra le componenti territoriali del Friuli-V.G.

PORDENONE - «Pordenone sacrificata sull’altare del 'renzismo'». Non ha usato mezzi termini il candidato alla Presidenza della Regione Friuli-Venezia Giulia per il Patto per l’Autonomia, Sergio Cecotti. Nel capoluogo del Friuli occidentale, per la presentazione dei candidati del Patto al Consiglio regionale, che si è tenuta sabato 14 aprile nell’ex convento di San Francesco, Cecotti ha puntato il dito contro la Giunta regionale uscente.

TERRITORIO PORDENONESE PENALIZZATO DAL PD - «Nei fatti, il Pordenonese è stato il territorio maggiormente penalizzato negli ultimi cinque anni. Non per un disegno più o meno lucido, ma perché – ha spiegato – Pordenone è stata usata come cavia delle leggi 'renzianissime': soppressione delle Province, accorpamenti arbitrari di Camere di Commercio, 'razionalizzazioni' di servizi... Così facendo, il PD renziano ha destabilizzato il non facile equilibrio tra le componenti territoriali della nostra regione. Come è possibile che la Giunta regionale uscente non abbia aperto un contenzioso con il Governo in difesa della Camera di Commercio di Pordenone, la più efficiente della regione e una delle più efficienti d’Italia? Contrastare l’accorpamento delle CCIAA è un interesse dell’intero Friuli-Venezia Giulia. La prossima legislatura regionale – ha affermato Cecotti – dovrà impegnarsi per ricostruire un equilibrio condiviso tra le componenti territoriali del Friuli-Venezia Giulia, in modo che ciascuna di esse si senta a pieno titolo elemento fondante della Regione Autonoma». 

NESSUNO SCONTO NEMMENO AL GOVERNO TONDO - Ma il candidato presidente del Patto per l’Autonomia non ha risparmiato neppure l’amministrazione precedente a quella targata Serracchiani. «Quelli del centrodestra hanno governato 5 anni con Tondo, sono stati gli anni della stagnazione. E non andrà meglio con i loro 'eredi', leve giovani e più inesperte che si candidano alla guida della Regione». E ancora: «Dal renzismo, come sinonimo di presunta efficienza, il paradigma è cambiato. L’efficienza è data dal fatto che la società è ben organizzata in tutti i suoi livelli, in tutte le sue reti e sul territorio. Per far questo, c’è bisogno dell’autonomia: non come slogan o una mera scritta sulla carta, ma esercitata, lucida e pensata. Negli ultimi dieci anni nessuno di quelli che hanno guidato la Giunta regionale ha pensato di immaginare un futuro, un modello, un sistema economico, un sistema di relazioni. Noi vogliamo essere questo cambio di paradigma. La nostra regione non si merita di essere classificata dall’Unione Europea 'in contrazione', non si merita la sanità che ha. Secondo lo studio CREA – ha chiarito Cecotti –, la sanità del Friuli-Venezia Giulia, che tre anni fa era la seconda in Italia per qualità ed efficienza, adesso è al ventesimo posto su 21, molto indietro rispetto a Regioni come la Calabria o la Basilicata. Non possiamo accettare questa situazione. Siamo a un momento storico. Dobbiamo decidere se questo territorio si salva o no. C’è ancora una possibilità, ma tre legislature catastrofiche di fila non le possiamo sostenere. Noi siamo l’unico voto utile», ha concluso.

LE PRIORITA' DEL PATTO PER L'AUTONOMIA: SPECIALITA', LAVORO, AMBIENTE E SANITA' - I candidati del Patto per l’Autonomia al Consiglio regionale della circoscrizione di Pordenone sono Tullio Avoledo, Giampaolo Bidoli, Arianna Casagrande, Nelvia Giacomin, Valerio Delle Fratte, Luigina Lorenzini, Francesco Francescut, Alido Gerussi, Monia Montechiarini, Enrico Poniz, Sante Sartor e Osvaldo Tramontin.
La presentazione dei candidati e delle loro proposte è stata introdotta dal segretario del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo. «Ci siamo presentati alle Politiche e ora corriamo per le Regionali. Siamo all’inizio di un percorso che parte dal basso, dall’iniziativa di un gruppo di cittadini e amministratori locali convinti della necessità di un impegno diretto in favore del territorio e delle comunità nell’effettivo esercizio e rivendicazione di autonomia, di autogoverno delle comunità del Friuli-Venezia Giulia. Siamo contenti di partire da Pordenone con la presentazione dei nostri candidati, perché il nostro movimento è un movimento regionale che vuole ricostruire un patto tra i territori di questa regione. Il tema dell’autonomia non è friulano-centrico – ha ricordato Moretuzzo –. Crediamo sia importante mettere insieme le tante anime, le tante identità, le tante appartenenze, le tante differenze linguistiche e culturali di questa regione, che sono un valore aggiunto del nostro territorio. Abbiamo uno strumento importante per valorizzare queste diversità che è la specialità regionale e che oggi è messa in discussione, pensiamo solo all’ipotesi di macroregione triveneta di cui sempre più spesso si parla e per la quale sono state depositate diverse proposte di legge in Parlamento».
Il rilancio della specialità «passa attraverso un’idea di economia e di lavoro, che sta alla base della vita della nostra comunità – ha detto Moretuzzo –. Preso atto della critica situazione economica regionale, diventa necessario un piano straordinario di investimenti e di creazione di nuovi posti di lavoro finanziato attraverso il recupero di una parte dei 7 miliardi di euro sottratti alla Regione dallo Stato con gli accordi Tondo-Tremonti e Serracchiani-Padoan. Investimenti in termini di manutenzione del territorio, sicurezza degli edifici, sostegno agli investimenti dei privati cittadini per riqualificare il patrimonio architettonico urbanistico dei nostri paesi».

PUNTI CHIAVE DEL PROGRAMMA - Punti chiave del programma del Patto per l’Autonomia sono poi la rivendicazione di nuove competenze per la Regione, per esempio nel settore dell’istruzione; l’impegno per riportare la sanità regionale ai livelli di eccellenza del passato attraverso la riorganizzazione delle aziende e del rapporto tra ospedali e territorio e 1000 assunzioni per ridurre le liste di attesa; l’attenzione all’ambiente e ai beni comuni, in particolare all’acqua e all’energia. Il Patto per l’Autonomia rivendica una moratoria sulla realizzazione di nuove centraline idroelettriche, che «rischiano di impoverire il paesaggio e di produrre scarsi benefici a fronte di impatti ambientali importanti» e pensa alla costituzione di una società pubblica regionale per la produzione dell’energia elettrica, «per far sì che i profitti generati dalla produzione di energia rimangono sul territorio e non finiscano ad arricchire società extraregionali. Tutto questo – ha concluso Moretuzzo – si inserisce in un quadro necessario di riorganizzazione del sistema degli enti locali, in primis l’istituto regionale».

IL PATTO PER L'AUTONOMIA - Il Patto per l’Autonomia nasce dall’iniziativa di un gruppo di cittadini e amministratori locali uniti dalla convinzione che, al di là delle opinioni politiche di ciascuno, sia necessario un impegno diretto in favore del territorio e delle comunità. Porre, dunque, al centro i territori, i loro bisogni, l’etica dell’autogoverno, la salvaguardia e la promozione del pluralismo culturale e linguistico sono le chiavi di lettura fondamentali che il Patto per l’Autonomia – l’unica formazione in campo per le Regionali 2018 autonoma anche nei fatti, poiché slegata da qualsiasi forma di condizionamento dei partiti nazionali italiani – individua come strumenti operativi per il governare il Friuli-Venezia Giulia. In questa logica, l’autonomia diventa strumento fondamentale per consolidare il legame tra rappresentanti e rappresentati, per rendere maggiormente efficace il controllo politico, gestendo la cosa pubblica in modo più attento e trasparente, definendo soluzioni meno astratte e più efficaci.