19 marzo 2024
Aggiornato 03:00
Lavoro

Asp 'La Quiete', la Fp-Cgil proclama lo stato di agitazione

Privati al posto del personale pubblico: attivata la procedura di conciliazione con il Prefetto

UDINE - È stato di agitazione alla Asp la Quiete di Udine. A proclamarlo la Fp-Cgil, che ha attivato la procedura di conciliazione con il prefetto. Dietro alla decisione della categoria i turni troppo pesanti, anche in seguito alla progressiva sostituzione di dipendenti pubblici andati in quiescenza con addetti privati. «Nonostante i ripetuti appelli della Cgil, che ha chiesto più volte di bloccare la deriva verso il privato, torna a ripetersi, una situazione di gestione mista del personale», denunciano Maria Immacolata Cartolano e Andrea Traunero, della Fp provinciale, che tracciano un parallelo tra la situazione della Quiete e quanto recentemente avvenuto alla Asp Covil di Paluzza, dove si prospettava addirittura un’esternalizzazione in blocco dei servizi. «Se nella struttura carnica il nuovo Cda ha deciso di prendersi una pausa di riflessione, dopo l’intervento della Cgil e dei sindaci della zona», denunciano Cartolano e Traunero, «il nuovo consiglio della Quiete pare invece orientato a dismettere i servizi alla persona affidandoli in toto alla fondazione Morpurgo Hofman, che lavora con personale a contratto privatistico e già gestisce altri reparti all’interno della stessa Asp, il tutto nonostante un accordo sindacale che pone precisi vincoli nel ricorso a personale privato».

Quello che accomuna le due Asp di Udine e Paluzza, secondo la Fp Cgil, «è un’idea di gestione del personale dove il contratto pubblico non è più il riferimento e dove i dipendenti pubblici vengono progressivamente sostituiti da quelli privati». Su queste basi, la Cgil Fp ha attivato la procedura di conciliazione davanti al Prefetto di Udine, in seguito alla difficile situazione venutasi a creare da un anno a questa parte in particolare nel padiglione Hofmann, dov’è stata soppressa la figura dell’operatore notturno aggiuntivo, che fungeva da necessario supporto agli altri operatori al servizio in un reparto con 140 utenti ad alta intensità di assistenza. «La Cgil – spiegano ancora Cartolano e Traunero – aveva ripetutamente richiesto di ripristinare il cosiddetto «jolly» e di effettuare, in base al decreto legislativo 81/2008, una verifica sullo stress da lavoro correlato in seguito alla soppressione del supporto notturno, anche attraverso l’attivazione di un tavolo tecnico. Tutte richieste che hanno avuto risposta negativa nell’ultimo incontro con la Fondazione Morpurgo Hofmann, alla presenza della direzione generale della Quiete, avvenuto martedì 17 aprile. Da qui – concludono i due rappresentanti della Fp Cgil – la scelta inevitabile di portare la vertenza di fronte al Prefetto».