29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Udine

Non si possono mangiare i molluschi delle nostre acque. Perchè nessuno lo dice?

Bandiera Blu mancata per gli abitanti marini di Lignano Sabbiadoro. Il consumo è consentito solo se preventivamente depurati. "L'escherichia coli avanza, ma non si trovano le ordinanze emesse dalle aziende per l'assistenza sanitaria", afferma il consigliere pentastellato Cristian Sergo

LIGNANO SABBIADORO - «Da due settimane vige il divieto di mangiare direttamente i molluschi estratti dal mare di Lignano. Chi indaga sulla causa e informa i cittadini?».

DENUNCE NEL VUOTO - A denunciare la situazione è il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Cristian Sergo, che aggiunge: «Nonostante le nostre denunce dello scorso autunno e le preoccupazioni delle autorità competenti concordi sulla necessità di pubblicizzare questi provvedimenti, le ordinanze emesse dalle Aziende per l'assistenza sanitaria sui divieti di raccolta e consumo diretto dei molluschi sono tuttora difficili da reperire. Non si trovano sul loro albo aziendale, non vengono appese sugli Uffici spiaggia del litorale e non sono pubblicate nemmeno sul sito www.prodottoitticosicuro.eu che è gestito dalla società capofila tra gli operatori del settore a seguito di un bando da 600.000 euro per realizzare anche iniziative di comunicazione ai consumatori».

ESCHERICHIA COLI - Ancora una volta il consigliere regionale pentastellato torna a chiedere chiarezza sulla situazione dei nostri molluschi e di un settore che continua a sostenere costi che non sarebbero dovuti. «Eppure le ordinanze sono recentissime - aggiunge Sergo - e riguardano non solo la Laguna (con superamenti pari al triplo del consentito fino a 16.000 MPN di escherichia coli), ma anche gli specchi di mare di fronte alle spiagge di Lignano Sabbiadoro e Pineta. L'ultima in ordine di tempo è stata emessa il 27 aprile scorso e riguarda la zona denominata Kursaal, risulta tuttora vigente e prevede il 'divieto di immissione al consumo umano diretto dei molluschi bivalvi vivi estratti dalle acque litorali', ma pochi lo sanno. Le analisi effettuate hanno evidenziato la presenza di escherichia coli in 330 MPN ogni 100 gr rispetto ai 230 consentiti. Solo poche settimane prima, nella zona prospiciente Terrazza Mare erano state trovate vongole con 490 MNP, da qui il divieto di consumo diretto per due settimane».

E LE CAUSE? - «Va ricordato che le analisi di Arpa FVG sulla balneabilità delle acque del litorale, a cui è stata recentemente conferita la bandiera blu, non evidenziano problemi per chi fa il bagno, poiché si sono riscontrati al massimo 53 MPN di e. coli sui 500 consentiti dalla legge, ma delle ordinanze sul consumo dei molluschi emesse si perdono le tracce. Qualcuno si sta chiedendo a cosa siano dovuti questi sforamenti?. - continua il consigliere regionale -  Se gli sversamenti del depuratore di Lignano, che l'anno scorso hanno evidenziato superamenti anche di 620 volte del valore consentito di escherichia coli (oltre tre milioni di unità fecali rispetto alle 5mila del limite di legge) e comportato l'accertamento di tre verbali per illecito amministrativo e inquinamento idrico, non sono i responsabili di questi divieti, allora qual è la vera causa di questa presenza nei frutti di mare? Chi paga la depurazione e la stabulazione dei frutti estratti?»

INFORMARE PRIMA POSSIBILE - «Ci sono pericoli per i bagnanti che dovessero raccogliere vongole e consumarle direttamente senza depurarle? Chi glielo deve comunicare e come? - Si chiede il consigliere Sergo che conclude - E' iniziata l'estate e c'è bisogno di fare chiarezza».