18 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Dopo la prima giunta

Immigrazione: stop all'accoglienza diffusa in Fvg

Il neo governatore annuncia un'inversione di rotta sul tema accoglienza. E sull'arrivo di migranti a Bordano, Mazzolini prende una posizione netta

UDINE - «Informeremo il Governo che siamo contrari a questo modo di accogliere, a una politica migratoria che riteniamo dannosa per la nostra popolazione, e che prenderemo con i tempi necessari tutti i provvedimenti anche per modificare le competenze che si era presa in capo l'amministrazione in termini di investimenti di carattere economico e finanziario». Lo ha affermato il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, al termine della prima riunione del nuovo esecutivo regionale che si è tenuta giovedì a Trieste. In proposito Fedriga ha precisato che invierà una comunicazione al Governo precisando la nuova posizione della Regione sull'accoglienza diffusa, «che - ha rimarcato - non condividiamo». Oltre a questa decisione, oggetto di una generalità di Giunta che il governatore ha tenuto a inserire come «passaggio fondamentale», nella seduta sono stati poi affrontati alcuni primi adempimenti di natura formale. Già nella successiva riunione in programma la prossima settimana verranno inserite all'ordine del giorno delibere da parte delle diverse Direzioni «per dare subito - ha sottolineato Fedriga - un indirizzo politico a questa amministrazione regionale».

IL CASO BORDANO - «L’abbiamo detto mille volte: basta accogliere clandestini nei nostri comuni, basta gente che non ha altro da fare che bighellonare tutto il giorno con il cellulare in mano. Le cose stanno per cambiare in Fvg». Il consigliere regionale della Lega, Stefano Mazzolini, neo vicepresidente del Consiglio regionale, continua ad ‘affossare’ il progetto di accoglienza diffusa promosso dall’ex giunta regionale Serracchiani. Mazzolini torna sul tema dopo aver saputo che dalla prossima settimana arriveranno 10 migranti a Interneppo di Bordano, ospiti dell’albergo ‘Alla Terrazza’. «Non può esistere che persone di cui non si conosce nulla, né la provenienza, né i precedenti, né lo stato di salute – aggiunge il consigliere regionale – vengano ‘spediti’ in una frazione di un paese come Bordano, dove non avranno nulla da fare se non starsene con le mani in mano o andare alla ricerca di una rete wi-fi. L’accoglienza diffusa ha le ore contate: mi auguro che questa gente venga rispedita al più presto nei Paesi di origine. Siamo disposti ad aiutare solo le famiglie e chi realmente scappa da una guerra. Gli altri possono tranquillamente essere ripatriati».