16 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Post elezioni

Nuova giunta di Udine: tutte le perplessità di Martines

L'esponente del Pd parla delle deleghe, delle quote rosa, del ruolo di Salmè e delle scarse preferenze raccolte dai neo assessori

UDINE – Non sono passate nemmeno 24 ore dalla nomina della nuova giunta comunale di Udine, che già arrivano le prime critiche. A uscire allo scoperto è Vincenzo Martines, candidato sindaco del Pd, che sceglie Facebook per esprimere le proprie perplessità. «Premessa (sincera): mi auguro che la squadra di governo scelta dal sindaco sia all’altezza della nostra città. E faccio loro i migliori auguri di buon lavoro». Questo l’esordio del suo post.

IL SUPER ASSESSORE E I CONSIGLIERI DELEGATI - «Detto questo – evidenzia Martines – è mio dovere fare alcune considerazioni sul metodo e sul merito. C’è un super assessore Michelini che farà anche il vicesindaco con deleghe importanti (Lavori Pubblici e Mobilità), e certo può contare su tutta la nostra attenzione: lo aspettiamo al ‘varco’ come si dice.  Barillari torna in giunta dopo la parentesi col centrosinistra: spero per lui che stavolta abbia più fortuna.  Segnalo che l’età media si è alzata, ma qualcuno di sicuro dirà che conta l’esperienza. Vedremo. Oltre alle deleghe distribuite agli assessori, ci sono 4 consiglieri delegati. L’esempio di Antonio Falcone è illuminante. Per dirimere il garbuglio delle troppe richieste degli alleati, Fontanini inventa un metodo per cui il Commercio (materia centrale per l’economia della città) è scorporato dalle Attività produttive, in capo a Franz, con un serio pericolo di conflittualità tra i due e confusione nella gestione materiale del comparto economico della città. Insomma le categorie avranno due interlocutori con i quali parlare. In coppia».

SICUREZZA E SALME’ – «La sicurezza finisce a un leghista esterno alla giunta...ma come, sindaco?! La sicurezza non è stato il tuo personale cavallo di battaglia in campagna elettorale? – pungola Martines –. Stefano Salmè non è in giunta, evidente: il sindaco ha capito che c’è un limite a tutto, e la presenza fisica dell’ex segretario di Fiamma Nazionale ha troppi anticorpi in città. Ma l’apporto della famiglia Salmè è stata molto importante per la vittoria di Fontanini che, insieme ai voti di CasaPound, può vantare un appoggio dell’estrema destra come mai nessuno aveva ricevuto in città. Allora per ‘sanare’ l’imbarazzante situazione che si fa? Si indica la compagna di Salmè, alla quale ovviamente faccio il mio personale in bocca al lupo, ma che si presenta come rappresentante di una lista che non c’è in Consiglio, con 10 preferenze al suo attivo. Lo so che in passato è successo qualcosa del genere con i collaboratori stretti in campagna elettorale del sindaco, ma la dottoressa Perissutti e nemmeno il suo compagno di vita sono stati collaboratori stretti di Fontanini, quindi il precedente che si crea è quantomeno curioso»

LE QUOTE ROSA – «È innegabile che Fontanini abbia avuto sempre difficoltà a nominare le donne in giunta. Già in Provincia fu costretto a cacciare un componete uomo, appena nominato, per rispondere a quanto richiesto dalla legge in termini di presenza di genere. Del resto è stato Fontanini a dire in campagna elettorale che la presenza in giunta delle donne rappresentava ‘un problema’». Detto questo Martines analizza quella che definisce ‘la doppia nemesi della Olivotto’. «L’avvocato Olivotto è rappresentante di una doppia nemesi. La prima relativa al fatto che lei fu la prima candidata a perdere col centrosinistra a Udine; la seconda sta nel fatto che nell’unico mandato da sindaco (nemmeno concluso) che ha fatto a Grado fu cacciata dalla Lega Nord, Lega che oggi la recupera nella giunta udinese sempre a causa della mancanza di donne. La Olivotto si occuperà di ‘contenziosi’, come dire: corsi e ‘ricorsi’ storici».

I NUMERI DELLA GIUNTA – «I primi tre eletti del Pd hanno preso 200 preferenze in più rispetto alla somma delle preferenze dell’intera giunta, 1748 a 1531: qualcosa vorrà pur dire, sono segnali da tenere presente. Già mi fischiano le orecchie per causa di coloro che diranno: ‘ecco non hanno neanche iniziato e già li criticano, lasciateli lavorare!’. No, noi pretendiamo che lavorino sodo e certo non mancheremo di incalzarli perché lavorino bene. E abbiamo appena cominciato». Chiude così la sua riflessione Vincenzo Martines.