28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Udine

Autonomia Friuli, d'obbligo Commissione d'inchiesta per rinegoziazione consapevole

La Commissione dovrebbe concludere il lavoro entro il 30 giugno 2019 presentando una relazione che ricostruisca in modo chiaro la storia dei rapporti finanziari tra Stato e Regione, perchè la Giunta possa rinegoziare efficacemente il patto per l'Autonomia con il Governo

UDINE - Istituire una Commissione d'inchiesta in Consiglio regionale sui rapporti finanziari intercorsi tra Stato e Regione nelle legislature Tondo e Serracchiani è la richiesta contenuta nella prima mozione del Gruppo del Patto per l'Autonomia, illustrata a Udine dai consiglieri Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli.

NECESSITA' - I proponenti ne hanno evidenziato il carattere di necessità, considerato che i patti Tondo-Tremonti e Serracchiani-Padoan, che hanno inciso e incideranno pesantemente sulla capacità di spesa della Regione, non sono stati preceduti da un'adeguata discussione in Consiglio regionale che ne valutasse preventivamente le ricadute e dettasse a Giunta regionale e Commissione paritetica i criteri fondamentali ai quali attenersi nella trattativa con lo Stato.

RICOSTRUZIONE DEI RAPPORTI - Stando alla mozione, la Commissione d'inchiesta dovrebbe concludere i lavori entro il 30 giugno 2019 presentando all'Assemblea legislativa regionale una relazione che ricostruisca in modo chiaro e trasparente la storia dei rapporti finanziari tra lo Stato e la Regione nella loro evoluzione monetaria e normativa, anche alla luce del criterio costituzionale dell'integrale finanziamento delle funzioni trasferite alla Regione.

PER LA RINEGOZIAZIONE - Questo lavoro sarebbe propedeutico all'individuazione dei principi fondamentali a cui dovrebbe attenersi la Giunta nella rinegoziazione del patto col Governo e delle direttive per la componente regionale della Commissione paritetica in materia finanziaria, anche con riferimento alla copertura delle spese per nuove e maggiori competenze da riconoscersi al FVG. La mozione intenderebbe anche impegnare l'Esecutivo regionale ad avviare i contenziosi davanti la Corte costituzionale che venissero ritenuti opportuni a difesa dell'Autonomia regionale e, infine, a effettuare un primo monitoraggio degli effetti del nuovo testo dell'articolo 49 dello Statuto, anche per un corretto e tempestivo conguaglio da parte dello Stato di un eventuale sotto finanziamento della Regione.

MORETUZZO E BIDOLI - «È necessario ricostruire la storia di questo decennio per quanto riguarda i rapporti finanziari tra Stato e Regione Friuli Venezia Giulia - hanno evidenziato Moretuzzo e Bidoli - affinché il Consiglio e la Giunta regionali appena insediati possano affrontare una situazione che di fatto è sfuggita di mano o, comunque, non è mai stata descritta e percepita in tutte le sue specifiche componenti. Ricordiamo poi che il contratto per la formazione di un governo a livello nazionale tra Lega e MoVimento 5 Strelle, che non ha avuto buon fine, prevedeva un cambiamento radicale del sistema fiscale, al cui centro stava una riduzione sostanziale delle aliquote Irpef, voce principale delle compartecipazioni erariali del Friuli Venezia Giulia».

INEVITABILI TRATTATIVE CON LO STATO - «Sulla base di prime valutazioni contabili, - continuano i consiglieri -  ciò teoricamente avrebbe potuto risolversi in una mancata entrata per il bilancio della Regione di circa 800 milioni. Non sappiamo cosa deciderà di fare in merito il nuovo presidente incaricato, è però certo che debba aprirsi una nuova stagione di contrattualità tra lo Stato la nostra Regione nell'ambito del mantenimento della sua specialità (e possibilmente del suo ampliamento) e che ciò debba basarsi su una conoscenza dettagliata da parte del Consiglio regionale di tutti gli aspetti che oggi la stanno determinando, a partire da quelli finanziari».