26 aprile 2024
Aggiornato 22:30
collaborazione

Accordo tra Cro e Aas5: è nata la Prostate Cancer Unit

Regola una collaborazione multidisciplinare già in atto in cui urologi, oncologi, radioterapisti, patologi e psicologi operano in sinergia nell’ottica di una migliore gestione diagnostico-clinica del paziente

AVIANO - Si consolida ed amplia la collaborazione tra il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano e l’AAS5 che nei giorni scorsi, con delibera dei rispettivi direttori generali, Mario Tubertini e Giorgio Simon, hanno istituito la Prostate Cancer Unit, presidio multidisciplinare che disciplina una proficua partnership già in atto. «La multidisciplinarietà - hanno osservato Tubertini e Simon - rappresenta un approccio vincente in cui urologi, oncologi, radioterapisti, patologi e psicologi lavorano in sinergia nell’ottica di una migliore gestione del paziente. Inquadrare e concordare le decisioni e proposte terapeutiche sui diversi casi permette, infatti, di porre il paziente al centro del processo di cura, garantendo informazioni esaustive, obiettive e non contraddittorie sulle opzioni disponibili, ed evitando consulenze multiple».

L’ÉQUIPEIl Gruppo Interdisciplinare per lo Studio e Cura del Cancro della Prostata, nato dalla collaborazione tra la Radioterapia del CRO e l’Urologia dell’Ospedale di Pordenone, si incontra settimanalmente per una discussione interaziendale dei casi con coinvolgimento di altri specialisti. Un progetto di 'cunsensus' multidisciplinare che si inserisce in quello nazionale PerStep, finalizzato sia alla creazione e condivisione di un percorso diagnostico terapeutico nel tumore della prostata, sia a fornire risposte concrete a pazienti e familiari in un ambulatorio in cui numerosi specialisti, tramite le linee guida di riferimento, consigliano l’approccio terapeutico più idoneo per quel paziente, con quelle caratteristiche, con quel supporto familiare e psico emozionale. All’interno del border uro-oncologico, che si riunisce settimanalmente in Urologia a Pordenone, vengono discussi collegialmente tutti i casi con diagnosi di neoplasia prostatica candidati ad un trattamento attivo o a sorveglianza e/o recidivati dopo un trattamento primario.
Alla discussione partecipa l’equipe di Urologia dell’Azienda Ospedaliera diretta da Oliviero Lenardon, l’Oncologia Radioterapica del CRO con il responsabile della Uro-Oncologia, Roberto Bortolus, l’Oncologia Medica del CRO con i referenti Lucia Fratino e Giovanni Lo Re e l’Anatomia Patologica dell’Azienda Ospedaliere con il referente per l’Uro-Oncologia Vally Marus. Inoltre, su richiesta, intervengono i radiologi (Azienda Pordenone o CRO), i medici nucleari e il medico di base del caso particolare. Un’ulteriore riunione viene svolta ad Aviano, sempre settimanalmente, nella quale vengono valutati alcuni casi particolari che necessitano per il loro carico di malattia o di un trattamento standard o di terapie innovative e sperimentali all’interno di trial clinici. La multidisciplinarietà in questo secondo meeting, coinvolge anche il paziente ed i suoi familiari. A questo meeting partecipano Lucia Fratino (responsabile dei trial clinici nella malattia metastatica), Roberto Bortolus (responsabile trial clinici nella malattia localizzata) e Daniela Gussetti (responsabile trial clinici), le infermiere del gruppo studi clinici che sono un supporto fondamentale nella gestione clinico assistenziale del paziente e nel seguirlo nel suo percorso terapeutico.
Le figure professionali della PCU, secondo le linee guida, sono formate dal Core Team e dal Non Core Team. Il primo è composto dalle figure specialistiche maggiormente coinvolte nelle attività cliniche multidisciplinari e nei percorsi assistenziali: urologi, oncologi radioterapisti, oncologi medici, nella primissima fase, anatomo-patologi, radiologi, clinical trial, infermiere professionali in quella immediatamente successiva; il secondo è formato da figure specialistiche coinvolte in determinate fasi del processo di cura (diagnosi, stadiazione, riabilitazione, terapia): medici nucleari, riabilitatori, esperti nelle terapie di supporto, cure palliative e terapie del dolore, ecc. 
Il paziente rimane sempre al centro della prestazione di cura; la formalizzazione della multidisciplinarietà della PCA consente ulteriormente non solo di porre una diagnosi e di illustrare le opportunità terapeutiche, ma anche di accompagnare il malato nella scelta del trattamento anche alla luce di quelle che sono le esigenze sue e del contesto in cui vive, offrendo anche, qualora richiesto, specifico supporto psicologico nella fase decisionale.

EPIDEMIOLOGIA - Sono circa 1.100 gli uomini residenti in FVG che ogni anno si ammalano di tumore prostatico, la neoplasia più frequente tra i maschi. Le diagnosi attese in regione, nel 2018, sono pari a 180 in rapporto a 100 mila residenti. Sempre in FVG oltre il 95% dei cittadini è vivo dopo 5 anni dalla diagnosi, risultato notevole se confrontato con la media nazionale (pari al 91%), frutto dei notevoli progressi nelle terapie più recenti (radioterapia metabolica,  immunoterapia e utilizzo di farmaci a bersaglio molecolare quali gli anti-androgeni).