28 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Lo scorso 12 giugno

Scultura lignea rubata 39 anni fa in Francia, ritrovata a Udine

Una vicenda che si è conclusa lo scorso 12 giugno, quando a Roma, a Palazzo Farnese, la preziosa opera è stata restituita ai cugini d’Oltralpe

UDINE – Era stata rubata, nel giugno del 1979, dalla facciata principale del Museo Statale di Chambery, in Francia. Le indagini si sono protratte fino all’ottobre del 2016, quando la scultura lignea policroma del XVIII secolo è stata individuata dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Udine in un negozio antiquario del capoluogo friulano. Una vicenda che si è conclusa lo scorso 12 giugno, quando a Roma, a Palazzo Farnese, alla presenza del Comandante della divisione unità specializzate carabinieri, generale Claudio Vincelli, in rappresentanza del comandante generale dell’Arma; del generale di corpo d’armata Giovanni Nistri; il generale di Brigata Fabrizio Parrulli, comandante dei carabinieri tutela patrimonio Culturale (Tpc), ha restituito all’Ambasciatore di Francia in Italia, dottor Christian Masset, la scultura raffigurante la ‘Madonna con Bambino’, trafugata, dal ‘Maison Jean Jacques Rousseau’ di Chambery (Francia), nonché due importantissimi documenti archivistici del XIX secolo, rubati, in data imprecisata, dall’Archivio Storico del Ministero della Difesa e dei Vecchi Combattenti di Parigi.

LE INDAGINI A UDINE - Le restituzioni sono il frutto di due diverse indagini condotte, rispettivamente dai Nuclei carabinieri tutela patrimonio culturale di Udine e di Monza. La scultura è stata individuata, nell’ottobre del 2016, nel corso di un controllo effettuato dai militari del Nucleo Tpc di Udine in un negozio antiquario del capoluogo friulano. La successiva comparazione dell’immagine dell’opera, con quelle contenute nella banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando carabinieri tutela patrimonio culturale, ha permesso di indentificarla con quella rubata, nel giugno del ‘79, dalla facciata principale del Museo Statale della cittadina francese, oggi denominato ‘Musée Savoisienne’. Alla luce del riscontro, la Procura della Repubblica del Tribunale di Udine ne ha disposto il sequestro. Gli ulteriori sviluppi investigativi hanno consentito di accertare la buona fede dell’antiquario, il quale, appresa la provenienza illecita dell’opera, acquistata da una nota casa d’aste straniera, ha rinunciato alla proprietà permettendone la restituzione in favore dello Stato francese.

LE INDAGINI A MONZA - La seconda attività di recupero, è stata originata da una segnalazione, nel 2011, dell’allora Soprintendenza Archivistica per la Lombardia al nucleo tutela patrimonio culturale di Monza, riguardante la commercializzazione, attraverso una nota casa d’aste di Milano, di due documenti risalenti all’epoca napoleonica e relativi a comunicazioni del Ministro della Guerra Francese all’Imperatore. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, hanno permesso il sequestro dei rari documenti: un rapporto del 12 aprile 1809, inviato dal Ministro della Guerra Henry-Jacques-Guillaume-Clarke (firma autografa del ‘Conte d’Hunebourg’) ‘A sa Majesté l’Empereur et Roi’, per informarlo dei costi da sostenere per un’operazione militare in Portogallo; un Rapporto del 3 giugno 1812, inviato dal Ministro della Guerra Henry-Jacques-Guillaume-Clarke (firma autografa ‘Duc de Feltre’) ‘A sa Majesté l’Empereur et Roi’, in cui si chiede l’autorizzazione a concedere un foglio di via per tornare in ‘sa patrie’ a favore di un soldato del ‘Battallion Etranger’. Gli ulteriori accertamenti hanno permesso di verificare che il mandatario a vendere aveva ereditato i beni, nel frattempo riconosciuti delle competenti Autorità d’oltralpe, ignaro del fatto che fossero di provenienza illecita.

COLLABORAZIONE - La cerimonia odierna, non solo dimostra come la restituzione alle collettività dei preziosi materiali sottratti alla pubblica fruizione, garantisca la ricomposizione dei percorsi storici, culturali e sociali, altrimenti leggibili solo parzialmente, ma costituisce ulteriore prova della straordinaria collaborazione consolidatasi, nel corso degli anni, tra il comando carabinieri tutela patrimonio culturale e l’omologo servizio francese, Office Central de lutte contre le trafic des Biens Culturels, nonché della funzionalità del canale internazionale di cooperazione di polizia Interpol.