18 aprile 2024
Aggiornato 22:30
La decisione

Cciaa: il Tar del Lazio non si oppone all'accorpamento tra Udine e Pordenone

Per l'avvocato Billiani, sotto il profilo giuridico, questo significa che l'accorpamento è cosa fatta

UDINE - Il Tar del Lazio ha rigettato la sospensiva della procedura di accorpamento tra la Camera di Commercio di Udine e quella di Pordenone richiesta da quest'ultima. Lo rende noto l'ente camerale di Udine. Con un'ordinanza depositata nel tardo pomeriggio di giovedì, afferma il legale Teresa Billiani, che rappresenta la Cciaa di Udine, il Tar del Lazio «non solo ha respinto l'istanza cautelare formulata dalla Camera di Pordenone, ma si è spinto ben oltre entrando sostanzialmente nel merito della vicenda affermando che 'il ricorso non si presenta assistito da apprezzabili profili di fumus boni iuris', non fissando, conseguentemente, alcuna altra udienza per la prosecuzione del giudizio. Giudizio che risulta, pertanto, giunto ad un binario morto. Sotto il profilo giuridico questo significa che l'accorpamento tra le Camere di Pordenone e Udine è cosa fatta».

UN CONTENZIOSO INIZIATO NEL 2017 - Il contenzioso e' cominciato nel 2017 quando la Cciaa di Pordenone aveva impugnato innanzi al Tar del Lazio il Decreto del Ministero che ridisegnava la geografia nazionale delle Camere di Commercio, quasi dimezzandole, riducendole a 60; nello specifico era previsto l'accorpamento dell'ente di Pordenone con Udine. Pordenone aveva dunque promosso il ricorso, sostenendo che l'accorpamento avrebbe dovuto riguardare tutte e tre le Cciaa - Pordenone, Udine, Venezia Giulia - e non soltanto le prime due. Aveva dunque chiesto la sospensione del provvedimento ministeriale; richiesta bocciata dal Tar del Lazio. La Cciaa di Pordenone ha dunque presentato un secondo ricorso innanzi al Tar del Lazio su ulteriore decreto ministeriale che teneva presente l'intesa non raggiunta in sede di Conferenza Stato-Regioni. Ricorso contro il quale, nuovamente, si e' costituita la Cciaa di Udine, il cui esito è stato reso noto giovedì con il deposito dell'ordinanza.