29 marzo 2024
Aggiornato 13:30
L'intervento

Sergo (M5S) presenta una mozione contro la liberalizzazione del commercio

Per il consigliere pentastellato il provvedimento di Monti nel 2011 ha creato precarietà e disoccupazione

UDINE - «Milleduecentoventinove esercizi commerciali chiusi dal 2009 al 2017 nella sola regione Friuli Venezia Giulia dovrebbero bastare a far capire che la liberalizzazione del commercio, voluta dal Governo Monti nel 2011, non ha prodotto i risultati auspicati. Se questa carneficina non fosse sufficiente a dimostrare l'inutilità delle norme approvate, si aggiungano gli effetti prodotti per gli operatori del settore: più precarietà, licenziamenti collettivi, ammortizzatori sociali, salari più bassi, consumi ridotti, continue autorizzazioni di grandi superfici di vendita». Così il consigliere regionale Cristian Sergo ha commentato le dichiarazioni dell'assessore Bini, annunciando contestualmente la presentazione di una mozione a sostegno delle proposte avanzate in Parlamento dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega.

«Quella che già sette anni fa appariva a tutti come una manovra che avrebbe favorito solo i grandi supermercati e i centri commerciali si è dimostrata un'arma a doppio taglio, considerato che anche la grande distribuzione segue questo trend e numerose sono le catene in grosse difficoltà che devono chiudere punti vendita». «Le parole dell'assessore Bini sulla necessità di mantenere in essere la liberalizzazione del commercio appaiono scollate dalla realtà. Per fare chiarezza e ribadire, che nonostante il centrodestra sia ora alla guida della Regione, il Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia rimane coeso nella battaglia contro il provvedimento del Governo Monti».

«E' assolutamente incomprensibile - ha ribadito Sergo - come un assessore regionale sostenuto dalla Lega vada contro quelle che sono non solo le intenzioni del suo schieramento a livello nazionale, ma soprattutto quelle del Presidente Fedriga, co-firmatario di una proposta di legge per superare le liberalizzazioni selvagge». "Siamo sicuri che l'Aula, alla prima occasione possibile, voterà a favore della nostra mozione all'unanimità, così come già avvenuto nel 2013, nella consapevolezza che questa volta sarà l'ultima».