16 aprile 2024
Aggiornato 16:00
una sorta di regolamento di conti

Famiglia uccisa in Macedonia: due figlie erano rimaste in Italia

Le giovani non erano partite con i genitori per impegni lavorativi. Carlo Spagnol, sindaco Sacile: «La città è scossa e addolorata; erano persone ben integrate nel territorio e benvolute»

SACILELa coppia di origine macedone residente a Sacile uccisa, assieme alla figlia 14enne, a Debar, aveva altre due figlie più grandi. Al momento dell'omicidio le due giovani si trovavano in Italia: non erano partite - a quanto si apprende - assieme ai familiari perché impegnate in attività lavorative. Le giovani si trovano ora in Macedonia per seguire da vicino le indagini. 

UNA CITTÀ SCOSSA E ADDOLORATA «È un episodio che scuote profondamente la nostra comunità anche perché, dalle notizie che ho avuto nella mattinata, parliamo di una famiglia di lavoratori impegnati nel nostro territorio, perfettamente integrati nel tessuto sociale e che si erano fatti benvolere», afferma il sindaco di Sacile, Carlo Spagnol. «La città è addolorata - ha detto all'Ansa - e incredula per le modalità di questo crimine: queste persone erano rientrate nel loro Paese d'origine per un matrimonio, cioè uno dei momenti più importanti e gioiosi per una famiglia. Venendo invece freddati nel sonno come in una sorta di regolamento di conti che nulla ha a che vedere con lo stile di vita all'insegna dell'onestà sempre tenuto dai nostri concittadini nella lunghissima permanenza in Italia». Il sindaco ha anche spiegato di aver già attivato gli uffici comunali per capire in quale modo garantire assistenza alle due figlie più grandi: «C'è già stata l'attivazione dell'amministrazione e di tutti i soggetti che possono concorrere a dare supporto per tutto ciò che è necessario in questi momenti: una situazione terribile sia a livello emotivo sia logistico. Staremo loro vicini».