24 aprile 2024
Aggiornato 10:00
cronaca

Già celebrati i funerali della famiglia uccisa in Macedonia

La polizia, intanto, indaga con la massima celerità in coordinamento con la Procura macedone. Anche la Procura di Pordenone apre un'inchiesta, autonoma rispetto alle indagine condotte dalle autorità straniere

DEBAR - La polizia indaga 'con la massima celerità', sull'uccisione dei tre macedoni residenti a Sacile. Lo ha assicurato all'ANSA Stefan Dimoski, un portavoce della polizia macedone. Polizia che, "in coordinamento con la procura, lavora per fare luce su chi ha commesso" il crimine e ha già condotto "necessarie verifiche" e ha avuto "colloqui" con persone che potrebbero avere conoscenza dei fatti, ha spiegato al telefono Dimoski, senza fornire ulteriori dettagli e senza confermare se ci siano al momento persone sospettate. Anche la Procura di Pordenone apre un'inchiesta, autonoma rispetto alle indagine condotte dalle autorità straniere.

INDAGINI TRA MACEDONIA E ALBANIA - Una fonte attendibile nei media a Skopje ha confermato all'ANSA che l'inchiesta procede in tutte le direzioni e che circolano voci nell'ambito della polizia, non però confermate o corroborate da prove concrete, che l'omicida potrebbe essere fuggito in Albania, distante pochi chilometri da Debar, la cittadina dove è avvenuto il delitto.

CELEBRATI I FUNERALI - Intanto, sarebbero già state celebrate le esequie delle tre vittime, di fede musulmana. Come prevede in questi casi la legge macedone, se le vittime di un grave fatto di sangue sono di fede islamica, dopo una sommaria autopsia è possibile effettuare rapidamente la cerimonia funebre.

PROCURA DI PORDENONE APRE INCHIESTA - La Procura di Pordenone ha aperto un'inchiesta sull'uccisione della famiglia di origine macedone residente da anni a Sacile, lo conferma il Procuratore capo di Pordenone, Raffaele Tito. L'inchiesta, allo stato, è autonoma rispetto a quella che stanno svolgendo le autorità macedoni. Il fascicolo è aperto a carico di ignoti. La Procura ha deciso di avviare un'indagine "non potendosi escludere a priori che una parte dell'azione criminosa possa essere stata avviata in Italia». La Procura mantiene il massimo riserbo sugli accertamenti che sta svolgendo. Le indagini sono state delegate alla Squadra Mobile della Questura di Pordenone.