19 aprile 2024
Aggiornato 04:00
La decisione

I beni della Provincia Udine passano alla Regione: smacco per il Comune

Locali e uffici di palazzo Belgrado potranno essere messi a disposizione delle amministrazioni che ne faranno richiesta

UDINE - La V Commissione del Consiglio regionale, presieduta da Diego Bernardis (Lega) e alla presenza degli assessori Pierpaolo Roberti e Barbara Zilli, ha espresso a maggioranza parere favorevole sulla delibera di Giunta (n. 1346/2018), che segna i criteri per l'assegnazione dei beni immobili e delle partecipazioni societarie della Provincia di Udine, in sede di piano di liquidazione. Sul testo, dopo una serie di modifiche apportate dallo stesso esecutivo per venire incontro ad alcune istanze proposte dal territorio, si era espresso all'unanimità, a fine agosto, il Consiglio delle autonomie locali (Cal). I criteri prevedono, tra l'altro, che alla Regione vadano gli immobili sede istituzionale della Provincia, ferma restando l'eventuale messa a disposizione di locali e uffici a favore dei Comuni e delle Unioni che ne facciano richiesta. Quanto alle partecipazioni, le quote delle società fieristiche sono attribuite a quei Comuni nel cui territorio sorgono gli immobili delle stesse. Le quote di partecipazione delle società in liquidazione sono attribuite alla Regione.

Il consigliere Lorenzo Tosolini, intervenendo sul tema, ga detto: «Mi pare un principio di buonsenso recepire un atto che, in previsione del nuovo ente amministrativo intermedio che sostituirà le Uti, consenta di mantenere preventivamente la proprietà degli immobili della ex provincia di Udine in capo alla Regione e che poi, in caso di necessità, potranno quindi essere destinati in comodato d'uso anche ad altri enti che avessero l'esigenza di ulteriori spazi o uffici. Tutto ciò - aggiunge il consigliere della Lega - anche per evitare che in futuro si possa verificare il doppio passaggio di questi immobili dalla Regione alle Uti e, successivamente, dalle Uti alla Regione, che rappresenterebbe soltanto un'inutile spesa, soprattutto per i nostri cittadini»