26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
18 – 21 Ottobre 2018

Parte Ein Prosit: edizione numero venti all'insegna delle contaminazioni

Si tratta di una delle più importanti rassegne enogastronomiche italiane, in grado di richiamare appassionati e gourmand dall'Italia, dall'Austria e dalla Slovenia

TARVISIO - Saranno 27 gli chef e 29 le stelle Michelin presenti alla ventesima edizione di ‘Ein Prosit’, che si aprirà giovedì 18 ottobre, tra Tarvisio e Malborghetto, per proseguire fino alle giornate clou di sabato 20 e domenica 21. Oltre 100 gli appuntamenti in programma tra la mostra assaggio, le degustazioni guidate, i laboratori dei sapori, le cene nelle case e nei ristoranti con grandi chef italiani e internazionali e gli incontri ravvicinati con 150 tra i più importanti produttori del panorama enogastronomico italiano e internazionale.

CONTAMINAZIONI DI SAPORI - A Tarvisio ancora una volta andranno in scena le contaminazioni in un intreccio tra sapori, riti e costumi senza confini, in un gioco di fusione tra chef, vini, sapori, territori ed emozioni. E quest’anno la manifestazione, organizzata dal Consorzio di promozione turistica del Tarvisiano, Sella Nevea e del Passo Pramollo in collaborazione con la Regione Fvg e PromoturismoFvg, supera se stessa con i più grandi nomi della cucina internazionale. Tra i protagonisti ci sarà Mauro Colagreco (numero 3 The World’s 50 Best Restaurant), Gaggan Anand (numero 5 The World’s 50 Best Restaurant e numero 1 The World’s 50 Best Restaurant Asia), Josean Alija (numero 57 The World’s 50 Best Restaurant 2018), Pedro Miguel Schiaffino (con i ristoranti Malabar e Amaz rispettivamente numero 30 e 47 Latin America’s 50 Best Restaurant), Ana Ros (numero 48 The World’s 50 Best Restaurant e World Best Female Chef 2017).
Brillano anche le Tre Stelle Michelin Chicco Cerea, Niko Romito, Norbert Niederkofler, le Due Stelle Michelin Emanuele Scarello, Moreno Cedroni, e Una Stella Michelin Riccardo Camanini, Giuseppe Iannotti, Oliver Piras, Francesco Brutto, Fabrizia Meroi, Luigi Taglienti, Antonia Klugmann, Cristofori Trapani, Martino Ruggieri, Eugenio Boer, i Fratelli Costardi, Matias Perdomo, Errico Recanati, Giancarlo Morelli, i grandi pasticceri Corrado Assenza e Loretta fanella e i menzionati piazzaioli Franco Pepe e Renato Bosco.

FOCUS SU COLAGRECO - Mauro Colagreco: argentino di La Plata, classe 1976, origini italiane, affermazione globale in Francia, numero 3 The World’s 50 Best Restaurant, moglie brasiliana. Se c’è uno chef che meglio di altri incarna le ‘contaminazioni’ - tema su cui ruota la XX edizione di Ein Prosit dal 18 al 21 ottobre a Tarvisio e Malborghetto - questo è proprio lui, chef patron del ristorante Mirazur, a Menton, in Costa Azzurra, col confine italiano letteralmente ad un passo. Cresce tra i grandi, anzi, tra i giganti: Bernard Loiseau, poi con Alain Passard a L’Arpege, poi con Alain Ducasse all’Hotel Plaza Athenee e al Grand Defour. Si contaminerà in una cena a quattro mani, giovedì 18 alle 20.30 al Ristorante Edelhof a Tarvisio, con Ana Ros, miglior chef donna al mondo nel 2017 con il suo ristorante Hisa Franko a Caporetto. Liste d’attesa che in ristoranti come questi superano diversi mesi, e poi rivedere assieme due grandi chef di questo calibro è un’occasione più unica che rara. Che a Ein Prosit può diventare invece realtà.
Ed è solo una delle 23 cene stellari che andranno in scena nel tarvisiano per un evento che celebra un ventennale e supera ogni immaginazione, imponendosi sulla scena nazionale e internazionale come uno degli eventi meglio riusciti nel panorama enogastronomico, con un concentrato di 27 chef, 29 stelle Michelin, mostre assaggio, laboratori e degustazioni per un programma che conta più di cento appuntamenti.

GAGGAN E LA MUSICA - Quando poi la cucina cerca nuove contaminazioni con la musica, ecco che si aprono nuove frontiere in cui piatti firmati da chef stellati vengono accompagnati in un gioco in cui si fondono suggestioni e contaminazioni tra diverse arti. Anand Gaggan, numero 5 The World’s 50 Best Restaurant e ristorante numero 1 in Asia, incontrerà la stessa sera il Live Dj Set di Trilok Gurtu, percussionista e batterista ai vertici della scena jazz mondiali. Entrambi d’origine indiana, s’incontreranno sempre giovedì 18 proprio a Tarvisio, stavolta al Ristorante Ilija, Golf Club.
Gaggan inizialmente, nella sua vita, era più interessato alla musica che alla cucina e suonava la batteria in una banda rock. Ma il destino, poi, per frustrazione di un lavoro che non gli piaceva, l’ha avvicinato ai fornelli: una sera, ubriaco con gli amici, disse che avrebbero dovuto aprire un ristorante. Ed eccolo li, ora, sul podio del grande continente asiatico (numero 1 The World’s 50 Best Restaurant Asia) e tra i primi cinque ristoranti al mondo. Giovanissimo decide di entrare in stage al Bulli di Ferran Adrià. Qui è contagiato dalla libertà di scombinare l’ingrediente secondo consistenze e temperature mai viste prima. Poi torna a Bankog e applica la lezione alla cucina di un paese «composto da 28 Stati e almeno 36 tradizioni gastronomiche che se ne fregano dei confini politici». Gaggan apre altri 5 ristoranti, dal suo esordio a Bankog. Ma l’apertura più attesa porta la data del 2021: il ristorante ‘Gaggan’ chiuderà nel 2020 a Bankog per riaprire sotto spoglie diversissime a Fukuoka, In Giappone, mille chilometri sud-ovest di Tokyo, e si chiamerà ‘GohGan’. Sarà un’insegna da soli 10 posti, aperta un mese si e un mese no. «In quello di chiusura - spiega Gaggan - costruiremo ogni volta una trama diversa per il mese successivo. Sarà folle. Ci sarà un’orchestra, personaggi al posto dei cuochi e camerieri. Un concetto mai visto nella storia della cucina». E chissà che Ein Prosit non li unisca in questa avventura.

VENERDI’ ANTEPRIMA CON ALIJA - Venerdì 19 ottobre andrà in scena un altro nome della grande cucina internazionale: Josean Alija, lo chef che aveva perso gusto e olfatto. Discepolo anche lui di Ferran Adrià quando nel 2000 sembra già lanciato verso il successo, uno schianto in motocicletta inchioda la sua traiettoria ad un letto d’ospedale. Si sveglia dal coma 21 giorni dopo, e insieme al primo pasto il primo conto con la realtà: ha perso i sensi di gusto e olfatto, non riesce più a distinguere lo zucchero dal sale, la peggiore condanna per uno chef. Ma la speranza la trova nella ricerca, non quella medica ma quella gastronomica. Poi il tempo gli ridona piano piano i sensi, ma intanto la giovane promessa ha imparato a guardare gli ingredienti da un’altra prospettiva. Quando finalmente guarisce ha così due modi di leggere la cucina, che gli consente di far diventare il Nerua, il ristorante all’interno del museo Guggenheim, uno dei templi della cucina creativa spagnola, nella Silicon Valley dell’alta cucina che corrisponde ai Paesi Baschi.