29 marzo 2024
Aggiornato 09:00
Aperti i congressi provinciali

Camusso sulla Finanziaria: «Dalle bozze forte insoddisfazione»

Dal Friuli la bocciatura della segretaria generale: «quota 100 risposta parziale su pensioni»

PORDENONE - Un minuto di silenzio per i 23 lavoratori morti sul lavoro in Friuli Venezia Giulia quest’anno. I 260 delegati delle Camere del lavoro di Udine e Pordenone hanno cominciato così, su invito dei segretari generali Natalino Giacomini e Flavio Vallan, i lavori dei congressi provinciali apertisi giovedì pomeriggio all’hotel Belvedere di Tricesimo e al Villaggio del Fanciullo, nella periferia del capoluogo della Destra Tagliamento. Dietro alla scelta, concordata con il segretario regionale Villiam Pezzetta, la volontà di dare un segnale forte alle istituzioni, alle imprese e a tutto il mondo del lavoro, lavoratori e sindacato compresi, sulla necessità di azioni concrete di prevenzione, formazione e vigilanza, capaci di invertire la tendenza che per il secondo anno consecutivo vede in forte aumento sia i numeri che la gravità degli infortuni sul lavoro.

LE PAROLE DI CAMUSSO - Un’emergenza sulla quale è intervenuta con parole forti anche la segretaria generale Susanna Camusso, arrivata a Pordenone per la giornata inaugurale del congresso, mentre venerdì sarà a Udine. «Servono azioni decise, anche clamorose – ha detto la numero uno della Cgil – per fermare una vera e propria strage che in questa regione, e alla luce dei numeri in particolare a Udine, è un atto di accusa verso la spregiudicatezza di imprenditori senza scrupoli, il lassismo di chi dovrebbe controllare, la colpevole carenza di fondi. Servono controlli, formazione, azioni da parte delle associazioni imprenditoriali nei confronti delle imprese che lucrano sulla sicurezza. Serve intransigenza del sindacato nella denuncia, nel contrasto e nella contrattazione. La Cgil è vicina alle famiglie e ai compagni di lavoro di chi in questi mesi è stato vittima di una delle più ingiuste piaghe che colpiscono i lavoratori».

LA FINANZIARIA - Rispondendo a chi le ha chiesto un giudizio sulla manovra del Governo, la segretaria ha rimandato «ai testi definitivi» una valutazione più approfondita. «Certo è – ha specificato – che se la legge di stabilità resta quella annunciata, c’è una forte insoddisfazione: mancano infatti scelte che garantiscano un futuro al Paese. Cgil, Cisl e Uil hanno avanzato un insieme di proposte che riteniamo fondamentali e che sosterremo con la nostra iniziativa, a partire da una richiesta di confronto con il governo. Abbiamo deciso di avviare una larga campagna di informazione, di mobilitazione, di assemblee con i lavoratori e i delegati nelle aziende».

PENSIONI - Riguardo a quota 100, Camusso ha dichiarato che «una norma per essere utile deve essere scritta bene, ma le indiscrezioni lasciamo adito a molti dubbi». Il progetto del governo, per la segretaria generale, «dà una risposta parziale a chi nel mondo del lavoro con la legge Fornero ha subito gravi penalizzazioni, senza fornire inoltre soluzioni alle problematiche pensionistiche delle donne, dei giovani, di coloro che hanno lavori discontinui, tutte tematiche che non sono minimamente affrontate».

QUI PORDENONE - La segretaria generale ha ascoltato dal tavolo di presidenza la relazione del segretario della Camera del lavoro di Pordenone Flavio Vallan, dedicata sia ai grandi temi nazionali, sia alla situazione dell’economia e dell’occupazione nella Destra Tagliamento. «L’impatto della crisi ha colpito duramente l’occupazione, che sta mostrando segnali di ripresa ma solo dal punto di vista numerico, mentre è in atto un evidente peggioramento delle condizioni di lavoro e di reddito», ha detto il segretario. «Questo ci preoccupa fortemente – ha aggiunto – perché in presenza di un nuovo rallentamento dell’economia, questo arriverebbe su un tessuto socio-economico e occupazionale già duramente provato». A supporto dell’analisi del segretario anche i numeri del mercato del lavoro provinciale, sintetizzati in un rapporto dell’Ires Fvg. Gli occupati in provincia di Pordenone, 137.500 a fine 2017, sono tornati al livello pre-crisi. Crescono però i part-time involontari, la quota dei contratti a termine e l’utilizzo del lavoro interinale, che in provincia di Pordenone rappresenta un contratto a termine su 3, la quota più alta in Italia.

QUI UDINE - Sulla precarizzazione del mercato del lavoro si è soffermato a lungo anche il segretario della Cgil di Udine Natalino Giacomini. «Dopo aver toccato un picco dell’8,5% nel 2015, più del doppio rispetto ai valori pre-crisi, nel biennio 2016-2017 il tasso di disoccupazione in provincia ha cominciato a scendere. I dati Istat 2018, relativi all’intera regione, sembrano fotografare una ripresa occupazionale. Non crediamo che basti a riportare a zero il bilancio dei posti persi in provincia, che a fine 2017 erano 13mila, ma c’è anche un aspetto qualitativo: i dati della stessa Confindustria Udine, infatti, ci dicono che anche in Friuli a trainare le assunzioni sono i contratti a tempo determinato e di somministrazione, che rappresentano insieme il 70% delle assunzioni, mentre quelli a tempo indeterminato sono appena il 70%. Tutto questo è anche il frutto di norme come il jobs act, che hanno fatto del lavoro precario la regola e di quello stabile un’eccezione».