19 marzo 2024
Aggiornato 10:30
Udine

«Guerra» sui social tra un'artigiana e l'assessore Perissutti

La componente della giunta Fontanini «banna» Patrizia Battacchi, che reagisce con un post in cui le vieta di entrare nel suo laboratorio

UDINE – Chi pensa che i social network non abbiano ripercussioni sulla vita reale, non è ancora riuscito a entrare nelle dinamiche della società 2.0. Un esempio di cosa ‘bannare’ una persona possa scatenare, arriva da Udine, coinvolgendo un’artigiana che ha un atelier-laboratorio in via Muratti (Sart'è), Patrizia Battacchi, e l’assessore (nonché presidente dell’associazione ‘Io Amo Udine’) Daniela Perissutti. Due donne che si trovano agli opposti, politicamente, e che non nascondono le proprie idee sui social network. Tutto nasce a fine novembre, quando a Udine vengono promosse due manifestazioni: una di destra contro la violenza sulle donne e contro l’immigrazione clandestina, una di sinistra contro il razzismo, il fascismo e ogni tipo di violenza (fisica e verbale).

LA GENESI DELLA QUERELLE - Nel momento in cui Battacchi ha tentato di criticare l’evento organizzato da Prima Udine è stata bannata dalla pagina Facebook. Motivo che l’ha spinta a prendere una posizione pubblica sui social: «IO AMO UDINE ci ha tolto il diritto di parola sulla pagina che riguarda quello schifo di manifestazione di oggi. La ‘signora assessore’ Perissutti è una cliente che non entrerà mai più nel mio negozio, me ne prendo il diritto». Un post pubblicato sul profilo Facebook di Battacchi il 24 novembre, che fino a domenica 9 dicembre non ha provocato reazioni. Finchè non se n’è accorta l’assessore Perissutti.

BOTTA E RISPOSTA - «Apprendo da un social network, in maniera del tutto casuale, che mi è precluso l'ingresso a un esercizio commerciale del centro città, di cui sarei cliente - scrive l'assessore Perissutti su Facebook -. Premesso che la cosa è quanto meno paradossale se non ridicola, perché non ho mai messo piede in quel negozio (o laboratorio o quel che è), vorrei sapere come sia possibile bandire una persona da un luogo pubblico a causa delle sue idee politiche. Non è la prima volta, ma la seconda, sempre dalla stessa esercente. Questa volta sarebbe una vendetta, avendola io bannata da una pagina dove esponenti della sinistra cittadina, tra cui lei, si stavano divertendo a creare flame e a parlare a sproposito e in toni irrispettosi, della sottoscritta e di altri. Nel post di 'cacciata' dal negozio, risultano taggati (e a volte partecipanti divertiti alla discussione), consiglieri della attuale opposizione comunale. A parti invertite cosa succederebbe? Se un esercente di destra bandisse dal suo negozio una persona notoriamente di sinistra? Io ricordo tragici fatti della storia, in cui si impediva l'ingresso ai negozi e alle attività commerciali, a varie categorie di persone. Questa è la libertà, la democrazia e il rispetto della sinistra». Secca la replica di Battacchi, apparsa in uno dei tanti commenti alla notizia, dove spiega il perchè della sua reazione: «Lei ha tolto diritto di parola a chi voleva commentare un evento chiaramente razzista clamorosamente organizzato da un membro della giunta che dovrebbe essere rigorosamente super partes. A casa mia entra chi voglio». Un riferimento, quest'ultimo, al fatto che Sart'è, essendo un laboratorio, non è un negozio come tutti gli altri, dove l'accesso è libero in un orario definito. 

I RISVOLTI POLITICI - Una vicenda che sta assumendo connotazioni politiche in quanto al primo post di Battacchi ha ricevuto i ‘mi piace’ dei consiglieri del Pd Vincenzo Martines, Alessandro Venanzi e Cinzia del Torre. Da qui l’uscita allo scoperto del leader politico di Io Amo Udine, nonché compagno di Perissutti, Stefano Salmè: «Qui siamo bel oltre il confine della dialettica democratica. Pensate se una persona di destra precludesse il proprio negozio ad una persona di sinistra o peggio ad una persona di colore. Siamo al linciaggio, alla lista di proscrizione. Cosa dicono gli importanti esponenti dell'opposizione taggati nel post in questione? E' ora di dire basta. Domani sarò in Consiglio comunale a rivendicare, con la mia presenza, la nostra libertà politica e quella di tutti i cittadini che rappresentiamo! Viva la libertà!». La vicenda quindi potrebbe approdare lunedì in Consiglio comunale.