Salute, Riccardi: «Pronti a confronto con lo Stato sulla protonterapia al Cro»
Si è fatto il punto della situazione sul procedimento che dovrà essere portato avanti a livello nazionale affinché l'apparecchiatura possa giungere nella pedemontana pordenonese
AVIANO - «La Regione ha trovato la copertura finanziaria per l'acquisto dell'impianto destinato alla terapia protonica. Ora siamo al lavoro per sostenere l'intervento qualora lo Stato decidesse di introdurre nuovi limiti per quella tipologia di investimento nella programmazione nazionale». Lo ha sostenuto il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, al termine dell'incontro con il neo direttore generale del Centro di riferimento oncologico di Aviano, Adriano Marcolongo.
Tra gli argomenti del vertice, al quale hanno partecipato anche l'assessore comunale Danilo Signore, nonché il direttore amministrativo e quello scientifico della struttura, Renzo Alessi e Silvia Franceschi, si è fatto il punto della situazione sul procedimento che dovrà essere portato avanti a livello nazionale affinché l'apparecchiatura possa giungere nella pedemontana pordenonese. Per consentire ciò, oltre alla copertura finanziaria che la Regione ha già assicurato nel corso della legge di Stabilità, è necessario ottenere anche il via libera nell'ambito di una programmazione generale sanitaria a livello statale. «A tal proposito - ha spiegato Riccardi - ci impegneremo affinchè nella Conferenza Stato-Regioni la richiesta del Friuli Venezia Giulia di dotare il Cro di Aviano dell'impianto per la terapia protonica sia compatibile con le esigenze di pianificazione nazionale, quest'ultima legata al potenziale bacino d'utenza».
"Non va dimenticato - ha aggiunto il vicegovernatore - che, per consentire questo investimento, abbiamo già definito il percorso per la copertura finanziaria dell'intervento, attingendo a fondi propri senza chiedere nulla allo Stato. Inoltre, questo è un istituto nazionale di ricerca scientifica dove la presenza di una simile dotazione rappresenta un valore aggiunto; questo consentirà di sperimentare delle cure le cui ricadute positive si potranno registrare anche a livello nazionale e internazionale».
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