Migranti negli alberghi: sarà il Consiglio comunale a dare il via libera
Intervento del consigliere leghista Calligaris: «Il vero albergatore è quello che svolge attività commerciale e turistica di qualità, non quello che vive di contributi pubblici per l'ospitalità agli immigrati»
UDINE - «Il vero albergatore è quello che svolge attività commerciale e turistica di qualità, non quello che vive di contributi pubblici per l'ospitalità ai migranti». Ad affermarlo, il consigliere regionale della Lega Antonio Calligaris, che ha preso parte ai lavori in IV Commissione per l'analisi della proposta di legge 26 'Misure urgenti per la competitività regionale'.
Stop alla deregulation totale
«Negli anni passati - spiega Calligaris - c'è stata una deregulation totale, e le strutture a ricezione sociale per l'ospitalità di migranti in appartamenti e alberghi sono sorte come funghi e senza vigilanza alcuna. Con un norma apposita, vogliamo riportare il controllo in capo al Consiglio comunale. Sarà così la comunità, attraverso i suoi rappresentanti, a esprimersi in merito all'accoglienza viste le ricadute sociali di una scelta così importante sui cittadini. Questa misura era stata già applicata con successo nel Comune di Fogliano Redipuglia, quando ero sindaco. Le strutture ricettive sociali di questo tipo saranno inserite urbanisticamente in zone servizi e i soggetti che vorranno attivarle dovranno fare richiesta di variante urbanistica al Comune - aggiunge Calligaris -. Diventa finalmente possibile per il Comune regolare questo tipo di attività, impedendo casi come quelli di Fossalon a Grado e Interneppo a Bordano».
Non saranno più enti o cooperative a decidere
«L'attività di accoglienza diffusa - continua il consigliere della Lega - ha un forte impatto sulla situazione sociale e sulla sicurezza dei cittadini, soprattutto nei piccoli centri, e non può essere più lasciata alla totale e incontrollata iniziativa di cooperative ed enti gestori vari. Abbiamo comunque chiarito - conclude Calligaris - che per le realtà quali strutture ospitanti padri separati o nuclei familiari in difficoltà, si può ottenere una deroga in Consiglio comunale in base alla legislazione vigente».
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