24 aprile 2024
Aggiornato 17:30
UDINE

Tondo (Ar): «Patto sociale per ridurre il carico burocratico delle imprese»

Incontro di Autonomia Responsabile con parlamentari di Pd, Lega e FdI.

UDINE – Cosa può fare la politica per le piccole e medie imprese? Il tema è stato approfondito lunedì 11 marzo nel corso di un incontro organizzato da Autonomia Responsabile e dal suo presidente Renzo Tondo a Udine, a cui hanno partecipato altri tre parlamentari-imprenditori: Luca De Carlo di FdI, Sara Moretto del Pd e Daniele Moschioni della Lega, moderati dal direttore del Messaggero Veneto Omar Monestier (e introdotti dal saluto della coordinatrice regionale di Ar, Giulia Manzan).

Il patto sociale anti-burocrazia

Tutti si sono trovati d’accordo sulla necessita di sburocratizzare le pratiche a favore delle pmi semplificandone gli oneri. «Di imprenditori, in Parlamento, ce ne sono ancora troppo pochi – ha detto Tondo –. Dovremmo partecipare di più ai processi decisionali per avere una rappresentanza sempre più incisiva. Ciò che manca oggi nel nostro Paese è il buon senso, con le pmi che sono schiacciate dagli adempimenti burocratici e da controlli troppo stringenti. Serve un patto sociale tra forze politiche e categorie per eliminare carte, leggi, disposizioni che ingessano l’attività degli imprenditori». Moretto ha aggiunto un tassello alla discussione: «Ok alla semplificazione, ma il sistema non va basato solo sulle autocertificazioni, deve essere migliorato l’interscambio di dati tra le amministrazioni pubbliche». Su quanto fatto dagli ultimi governi dem in tema di lavoro, Moretto ha chiarito: «Qualcosa è stato fatto, ma le misure introdotte forse sono andate più a vantaggio delle grandi imprese che di quelle piccole o piccolissime». Tra miglioramento dell’accesso al credito, riduzione dell’evasione e realizzazione di nuove infrastrutture, il confronto è caduto sui temi dell’attualità politica. In merito al reddito di cittadinanza, De Carlo si è dimostrato critico: «I 7 miliardi usati per questa misura sono soldi sottratti alle imprese». Si è parlato anche di Tav, con l’auspicio di chiarezza e uniformità tra i costi dell’opera in suolo italiano e in quello francese. Moschioni invece, tornando al tema della semplificazione, ha puntato il dito contro i funzionati pubblici: «Sono loro che frenano la volontà politica di cambiare le cose».

La Cina fa paura

In chiusura si è discusso anche dei possibili rapporti con la Cina: tutti si sono dimostrati cauti sulla possibilità di dare mano libera agli investitori cinesi. Serviranno regole chiare e paletti ben definiti, ma imposti dall'Europa, non tanto a livello locale o nazionale.