25 aprile 2024
Aggiornato 09:30
L'opera

A4, iniziata la demolizione del vecchio ponte sul Tagliamento

L’intervento si concluderà nel mese di luglio e coinvolgerà i comuni di Ronchis per la parte più a est e di San Michele al Tagliamento per la porzione verso ovest

RONCHIS - Con la demolizione del vecchio ponte sul fiume Tagliamento se ne va un pezzo di storia lungo 56 anni. Era gennaio 1963, infatti, quando Autovie avviò i lavori della prima grande opera che univa la neonata Regione autonoma Friuli Venezia Giulia con il Veneto. Pur progettato per sopportare un flusso di traffico elevato, il manufatto attualmente risultava inadeguato, tanto che per non interrompere i transiti, Autovie aveva introdotto una serie di limitazioni al traffico pesante. Completato il primo dei due viadotti che costituiscono il nuovo ponte e spostato il traffico, è iniziata così la demolizione, per fasi, del vecchio: prima è toccato all’impalcato poi alle pile e infine alle fondazioni.

Coinvolti i comuni di Ronchis e San Michele al Tagliamento

L’intervento coinvolgerà i comuni di Ronchis per la parte più a est e di San Michele al Tagliamento per la porzione verso ovest. La struttura, composta da travi prefabbricate in calcestruzzo e pulvini con annesse spalle laterali in cemento armato, è costituita da due ponti separati da un terrapieno. Complessivamente l’infrastruttura si sviluppa per un chilometro e 100 metri per 48 campate e 102 pile. Una decina gli escavatori all’opera, dotati di pinze, martelloni e benne, oltre ad autocarri e autoarticolati vari per il trasporto del materiale di risulta dalla demolizione e una ventina le persone impegnate quotidianamente. Le procedure di lavoro scelte dall’impresa saranno quelle di garantire la migliore tutela ambientale possibile e per ridurre il più possibile il rumore e le polveri prodotte saranno utilizzate esclusivamente macchine moderne e con ridotti livelli di emissione. Tutto il materiale, proveniente dalla demolizione, verrà conferito all’impianto di frantumazione e vagliatura, per poi essere analizzato e riutilizzato, se idoneo. Massima la cura e l’attenzione nella fase di pulizia dal materiale per garantire un perfetto ripristino dei luoghi.

La storia del ponte 

La fama del ponte sul Tagliamento è legata a un’intuizione. Quella di Paolo Petrucco, allora 30 enne, - storico fondatore della Icop di Basiliano - che, vistosi assegnare l’appalto, decise «contro il volere del padre», come lui stesso racconta, di creare sul posto un impianto di prefabbricazione «costosissimo - dice - ma concettualmente all’avanguardia per quell’epoca». «Uno simile c’era solo a Venezia per la costruzione dell’aeroporto di Tessera e proprio lì vidi operare l’impianto automatico di betonaggio e le prime autobetoniere. Prendemmo spunto da lì e fu una scelta vincente che ci permise di costruire l’opera in soli due anni». Un record per quell’epoca. Nel ’65 l’infrastruttura vide la luce «e l’anno seguente quando ci fu l’alluvione a Latisana - racconta ancora Petrucco - la gente riuscì a mettersi in salvo portando anche gli animali sul ponte». Alla definizione di ogni aspetto costruttivo del manufatto e a ideare e disegnare gli impianti ci pensò Pierino Burba, il cui nome è legato alle grandi opere firmate dalle Icop. Le travi venivano prefabbricate e varate, completando poi l’impalcato con un getto in opera di calcestruzzo. L’opera costò 900 milioni di lire. «