20 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Casarsa della Delizia

Da mercoledì 24 aprile una nuova mostra dedicata a Pier Paolo Pasolini

Sarà possibile visitare l'esposizione fino al primo di settembre

CASARSA - Si intitola 'Inafferrabile. Lo sguardo di Pier Paolo Pasolini' la nuova mostra fotografica dedicata all'artista, che verrà inaugurata mercoledì 24 aprile, alle 18, negli spazi del centro studi Pasolini di Casarsa, in collaborazione con Cinemazero. L'esposizione sarà visitabile fino al primo settembre secondo i seguenti orari: da lunedì a venerdì dalle 15 - alle 19; sabato e festivi dalle 10.30 - alle 12.30 e dalle 15 alle 19. Ingresso libero.

Le foto

Nel centinaio di immagini che prenderanno posto sulle pareti di casa Colussi il pubblico troverà ritratti inediti dell'artista, colto negli spazi delle sue abitazioni - come la terrazza o lo studio di via Carini e nella campagna di Torre Chia - oltre che in momenti di intima condivisione tra amici (per esempio con in braccio Pier Paolo, figlio di Ninetto Davoli, nel 1975) e sul set di diversi suoi film. Gli autori degli scatti, sono Gideon Bachmann, giornalista, fotografo, amico ed estimatore di Pasolini, e di sua moglie, la fotografa inglese Deborah Beer, autrice di importanti scatti come quelli con De Sica, Bertolucci, Antonioni, Fellini, Citti, fratelli Taviani e appunto Pasolini.

Il commento 

Come scrive Andrea Crozzoli, nella presentazione inserita nell'invito, intitolata 'Pier Paolo, Gideon, Deborah: gli inafferrabili tre': «Aveva esattamente il doppio degli anni di lei - scrive - quando si sono conosciuti Gideon Bachmann e Deborah Beer. Lui quarantenne intellettuale, regista, critico, giornalista, fotografo e molto altro ancora; lei ventenne, inglese, riservata fino a sfiorare la timidezza, sensibile, attenta, profonda nell’animo. Nacque un raro e prezioso rapporto osmotico fatto di amore, complicità, rispetto e tenerezza. Eravamo all’inizio degli anni Settanta e Gideon Bachmann decise di non fotografare più per non interferire nel lavoro di Deborah Beer, per non creare imbarazzo e vacua concorrenza fra loro due. La sola eccezione erano gli incontri con Pier Paolo Pasolini che Gideon fotografava, non per dovere professionale, ma per stima ed amicizia nei confronti del regista/poeta. Con Pasolini - prosegue - si erano conosciuti a Venezia nel 1960 alla conferenza stampa di presentazione di 'Accattone'. Gideon, appena giunto in Italia da New York, quasi totalmente digiuno di cinema italiano, pose una provocatoria domanda a Pasolini che non riuscì compiutamente a rispondere per i tempi stretti dell’incontro. Si dettero appuntamento a Roma dove Pasolini ricevette Bachmann nel terrazzo del condominio di via Carini, dove abitava, in mezzo ad una piccola foresta di antenne televisive. Nacque un rapporto di reciproca stima, che continuò, anche attraverso lunghe chiacchierate, corroborate da discussioni sui più diversi temi, dalla politica alla religione, dalla letteratura al cinema che confluivano poi in poderosi articoli che Gideon inviava alle riviste americane e inglesi con cui collaborava. Inevitabile che il loro rapporto di amicizia includesse, ovviamente, l’arrivo di Deborah Beer che divenne, anche professionalmente, una presenza determinante accanto a Pasolini quando nel 1975 per le riprese di 'Salò' il produttore Alberto Grimaldi cercava un fotografo fuori dal giro romanocentrico, discreto e affidabile visto la delicatezza dei temi trattati dal film di Pasolini. Il suo capo ufficio stampa di allora, Nico Naldini - conclude Crozzoli - gli segnalò quella giovane fotografa inglese che Pasolini, peraltro, già conosceva tramite Gideon Bachmann. Ecco così ricostruito quel magnifico triangolo umano che si spezzò tragicamente la notte fra l’1 e il 2 novembre 1975»