26 aprile 2024
Aggiornato 02:00
a palazzo Antonini-Maseri

Firmato il protocollo d'intesa tra UniUd e Comune di Udine

La soddisfazione del rettore e dell'amministrazione comunale. L'accordo di collaborazione durerà fino al 2024

UDINE – Un momento storico, oggi a Udine, con la scopertura della targa del Palazzo Antonini-Maseri, (palazzo Palladio), che indica l’intitolazione ufficiale del prestigioso edificio disegnato dal genio architettonico di Andrea Palladio nella metà del XVI secolo al professor Attilio Maseri, cardiologo friulano di fama mondiale (tra i suoi pazienti la regina Elisabetta II d’Inghilterra) che ha donato la strutture e l’annesso giardino all’Università di Udine, dopo averlo acquistato dalla Banca d’Italia. Dopo questa cerimonia, molto partecipata e davvero sentita da tutto il mondo accademico grato nei confronti del ‘benefattore’ e mecenate, alla quale hanno preso parte lo stesso professor Maseri, accompagnato dal suo collaboratore fiduciario dottor Enrico Coccolo, e il rettore dell’ateneo, Alberto De Toni, i sontuosi spazi del piano nobile del palazzo hanno ospitato un altro atto di importanza storica, per la città di Udine e per l’Università del Friuli: la firma della convenzione (in vigore da oggi, con durata fino al 31 dicembre 2024), del protocollo d’intesa volto a «porre in essere azioni comuni mirate al rafforzamento della relazione di reciprocità fra la città e l’Ateneo e dell'integrazione tra la comunità nativa e universitaria, in vista del miglioramento della qualità della vita di tutta la cittadinanza». Alla firma, il rettore De Toni e il sindaco di Udine.

«Questo protocollo è un fatto storico – ha detto il rettore dell’Ateneo friulano Alberto De Toni -, perché ci colloca nel contesto delle migliori relazioni università-città a livello europeo. Tutte le città europee grandi e medie che hanno un ateneo hanno un patto con la loro università e quindi noi non soltanto rinsaldiamo il patto storico con il nostro Friuli, ma anche ci proiettiamo in una dimensione europea, dunque ‘Universitudine’ è un turning point tra un passato importante e un futuro pieno di speranze». Soddisfazione per la sottoscrizione anche da parte dell’amministrazione cittadina, secondo la quale il Protocollo d’Intesa va nella direzione di un potenziamento di quella volontà di sviluppo economico, culturale e sociale e di dialogo tra ateneo e territorio che fu alla base della creazione dell’Università di Udine, o Universitât dal Friûl, all’indomani del sisma del 1976. Una volontà di rinascita, di riscatto e di rivendicazione di orgoglio da parte di una comunità che aveva capito, nella difficilissima fase della ricostruzione, che il proprio ruolo nella Regione e nel Paese doveva basarsi non solo sulla centralità del lavoro ma passare attraverso la formazione, la ricerca, l’innovazione. È grazie a questo cambio di paradigma del tessuto produttivo che il Friuli ha potuto e saputo diventare, poco più di una decina d’anni dopo, la locomotiva dell’economia italiana. Con la stessa consapevolezza delle nostre potenzialità e fiducia nei nostri mezzi dobbiamo oggi, anche grazie a questa firma, essere in grado di diventare motore per l’uscita da una crisi che da troppo tempo attanaglia il Paese e modello di una coesistenza virtuosa tra comunità e accademia.

Il protocollo, che rafforza un analogo atto che l’11 settembre 2015, a Pavia, i rappresentanti dell’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia (Anci) e della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui) approvarono per proporre ai governi cittadini e alle università rapporti di collaborazione sui temi essenziali allo sviluppo dei territori e dei saperi. La collaborazione è finalizzata a favorire: la partecipazione della cittadinanza, a livello di gestione del bene pubblico e dei relativi processi decisionali; la produzione di innovazione sociale, anche attraverso la sperimentazione e l'impiego di nuove tecnologie; l'inclusione sociale, il benessere e la sicurezza; la sostenibilità ambientale; la valorizzazione del patrimonio architettonico e culturale; lo sviluppo economico sostenibile.
Le linee d’azione, nel concreto, sono state tracciate dal prof. Mauro Pascolini, Delegato per il Territorio e progetto Cantiere Friuli. «La sottoscrizione dell’accordo tra Comune di Udine e Università segna un momento fondamentale lungo il percorso di rendere Udine ancor di più una città universitaria e al tempo stesso rendere l’Università un corpo vivo e un attore importante nella e per la città – ha spiegato -; il protocollo individua alcune aree prioritarie di intervento dove studenti, docenti e personale tecnico amministrativo dell’Università, assieme ai referenti dell’amministrazione comunale e all’articolato mondo dell’associazionismo e della comunità dei cittadini – ha proseguito - potranno dare, attraverso dei tavoli di lavoro, il loro contributo di idee, progetti, ma anche di concrete azioni per una migliore qualità della vita nella città. Alcune azioni sono già pronte a prendere avvio, altre a breve potranno essere realizzate – ha concluso Pascolini - sulla base di una verifica di fattibilità nell’ambito del sociale, della sanità e della cultura. Una Università e una Città che lavorano assieme per la comunità allargata dei cittadini residenti, di quelli temporanei e pure dei visitatori: la città per l’università, l’università per la città».