29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
La tendenza

In Fvg 123 restauratori d'arte, ma quasi la metà è over 50

A Palmanova fatto il punto sullo stato del settore con il presidente nazionale di Confartigianato Restauro, Basiglio, e la Soprintendente ai Beni culturali Fvg, Bonomi

PALMANOVA - Soddisfazione per un traguardo che i restauratori ambivano da 40 anni e per il quale Confartigianato Fvg si è molto adoperata: così a Palmanova in un partecipatissimo evento il presidente regionali delle imprese di restauro artigiane, Renato Portolan, ha commentato l’istituzione degli elenchi ministeriali che fanno definitivamente chiarezza su chi può fregiarsi del titolo di restauratore – sono 123 in Friuli Venezia Giulia – e di collaboratore restauratore. «Ora stiamo attendendo l’istituzione anche dell’Albo, ma la sostanza c’è: gli elenchi costituiscono una garanzia per i professionisti e un riconoscimento dei saperi e delle competenze», ha proseguito. Efficaci sostanzialmente da quest’anno, il decreto di riferimento è di fine 2018, l’ingresso negli elenchi rappresenta una tappa obbligata per gli operatori che intendono partecipare ai bandi pubblici per i restauri, di fatto la maggior parte delle opportunità di lavoro.

Serve un ricambio generazionale 

Ad aggiornare sullo stato della professione del restauratore e sul rapporto di tale attività con le recenti norme in materia di appalti pubblici, si sono succeduti la soprintendente del Friuli Venezia Giulia, Simonetta Bonomi, il presidente nazionale Confartigianato Restauro, Vincenzo Basiglio, Marzia Albasini, responsabile della Federazione edilizia appalti Confartigianato Imprese Trento, Roberto Borgogno, vice presidente Confartigianato Trento, Anna Del Bianco, direttrice dell’Erpac, l’Ente regionale per il patrimonio culturale della Regione, Thomas Bisiani, della Federazione degli Ordini architetti Fvg.
Se ora, come ha evidenziato il presidente nazionale Basiglio l’obiettivo è «ottenere anche un contratto unitario specifico per i restauratori, che attualmente sono divisi tra una molteplicità di categorie dal legno all’edilizia», uno sguardo al futuro impone anche qualche riflessione alla categoria. Infatti, un documento dell’Ufficio studi di Confartigianato Vicenza, su dati del Ministero, certifica che il 43% dei restauratori qualificati ha oggi un’età compresa tra i 50 e i 64 anni e il Friuli Venezia Giulia non fa eccezione. Risultano infatti esigue le iscrizioni dei nati a partire dagli anni Ottanta, con un ulteriore drastico calo dei nati tra il ’90 e il ’91.

Le problematiche per il futuro

Tra i problemi aperti, inoltre, il nuovo percorso formativo obbligatorio per accedere agli elenchi: la laurea in Beni culturali o a una delle due Scuole statali che hanno un percorso formativo di 4 anni e limitatissimi posti d’accesso annuali. «Il futuro rischia di vedere messo all’angolo il restauratore artigiano – ha avvertito la soprintendente Bonomi – poiché per l’accesso agli elenchi la formazione deve essere accademica», anche se poi le norme prevedono che per poter assumere la direzione di cantiere, per esempio, occorre aggiungere almeno due anni di operatività. «Di fatto una sorta di stage», considera il presidente regionale Portolan, che continua a credere nel valore e nel futuro delle storiche botteghe artigiane, anche «se i giovani devono avere la consapevolezza che si tratta di una professione che richiede un percorso formativo impegnativo». Significativo, inoltre, il tasso di femminilizzazione di questo lavoro. L’elenco dei restauratori prevede 14 sezioni alle quali ci si può iscrivere a seconda della formazione di cui si è in possesso.

Le richieste al governo

A livello italiano, rivela ancora lo studio di Confartigianato Vicenza, le specializzazioni più frequenti sono quelle su materiali lapidei, musivi e derivati (42,2%) su superfici decorate dell’architettura (59,6%) e su manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile (46,3%). Meno frequentate le specializzazioni per il restauro degli strumenti musicali (1,8%) e per gli strumenti scientifici, 0,3 per cento. Tra gli auspici di Confartigianato Restauro, ha anticipato in conclusione il presidente nazionale Basiglio, «la possibilità che il Governo ampli lo strumento dell’Art Bonus ai beni ecclesiastici». Ricordando che tale opzione consente al mecenate una detrazione fiscale del 65%, Basiglio ha osservato che una decisione del genere non farebbe altro che dare continuità allo spirito di donazione di cui i luoghi sacri del Friuli Venezia Giulia e d’Italia conservano moltissimi segni.