19 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Fauna selvatica

Sibau (Ar): «Servono interventi contro la proliferazione dei cinghiali»

Interrogazione de consigliere che cita la diffusione del parassita cinipide come una delle causa della discesa a valle della fauna selvatica

UDINE - Sui danni all'agricoltura regionale causati dalla fauna selvatica e in particolare dai cinghiali, le cui incursioni in pianura alla ricerca di cibo vanno a discapito delle coltivazioni compromettendone pesantemente la resa finale, il consigliere regionale Giuseppe Sibau (Progetto Fvg/Ar) dichiara: «In Consiglio regionale se ne sta parlando in questi giorni con l'audizione in II Commissione dei portatori di interesse, le associazioni degli agricoltori, i rappresentanti dei distretti venatori e le associazioni ambientaliste, per cercare in piena condivisione di trovare una soluzione a quella che ormai è un'emergenza».

«In particolare - prosegue il consigliere -, la presenza in pianura dei cinghiali rischia di andare a discapito degli ecosistemi locali e della biodiversità, poiché l'animale è in grado di adattarsi a qualsiasi territorio e ambiente, superando in numero le altre specie, ungulati e non solo, e causandone la progressiva sparizione. Da parte della Regione è in atto la ricerca di quegli strumenti di prevenzione e tutela che trovino d'accordo tutti e che si traducano in benefici evidenti, innanzitutto per l'ecosistema e per il territorio - sottolinea Sibau che in questi giorni ha depositato un'interrogazione proprio con l'intento di mantenere alta l'attenzione sulla questione - e poi perchè una riduzione dei danni causati dalla fauna in generale eviterebbe tutto il percorso burocratico relativo al calcolo dei danni subiti e il conseguente rimborso».

«Se i cinghiali si sono spostati in pianura la causa è da ricercare anche nella diffusione del cinipide - spiega il consigliere Sibau -, un parassita impossibile da contrastare con prodotti chimici che colpisce i castagni e le querce i cui frutti sono fra i preferiti dai cinghiali. Una soluzione ai loro spostamenti alla ricerca di cibo potrebbe arrivare dall'autorizzazione a introdurre particolari specie per contrastare in un modo del tutto naturale la presenza del parassita, similmente a quanto già in atto e con risultati soddisfacenti in quasi tutte le regioni italiane».