28 marzo 2024
Aggiornato 12:30
L'indagine

Si spaccia per «collezionista» di criptovalute: in realtà evade 750.000 euro

Le sue mosse non sono sfuggite ai finanzieri del Comando Provinciale di Udine

UDINE - Mentre illustrava, urbi et orbi, le enormi opportunità di guadagno offerte dagli investimenti in bitcoin, nascondeva, al fisco, la sua lucrosa attività, spacciandosi per semplice 'collezionista' di criptovalute. Ma le sue mosse non sono sfuggite ai finanzieri del Comando Provinciale di Udine che, dopo aver raccolto sufficienti elementi in merito al suo 'proselitismo', sia in casa, con incontri ristretti e conferenze, sia sulla rete, in blog e siti specializzati, hanno avviato, nei suoi confronti un'approfondita verifica fiscale, preceduta da una accurata analisi del complesso scenario giuridico relativo alla compravendita e al trattamento fiscale dei bitcoin.

Evasi al fisco 750 mila euro

Determinante, per la ricostruzione della posizione fiscale dell’uomo, è stato il reperimento, nei dati informatici del suo computer, di un'accurata contabilità che, dal 2014 al 2018, documentava gli incassi ricevuti dai numerosi clienti, pari a circa 2,6 milioni di euro, e le uscite per gli acquisti di criptovaluta dalle società di collocamento, per 1,8 milioni di euro. A conferma della bontà dei dati presenti nella contabilità occulta, le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Udine hanno acquisito dichiarazioni da oltre 100 clienti dell’intraprendente intermediario e hanno ottenuto importanti riscontri dalle Autorità fiscali della Slovenia. All’uomo è stata, quindi, attribuita dai Finanzieri la nuova veste giuridica di intermediario nella vendita di prodotti finanziari e, con riferimento alla sua reale attività professionale sono stati contestati, per il quadriennio 2014/2018, redditi evasi per oltre 750.000 euro.

L'imprenditore è stato sanzionato

A conclusione della verifica, il neo-imprenditore è stato sanzionato per esercizio abusivo dell’attività di cambiavalute, recentemente estesa alle valute virtuali, attuata senza la necessaria iscrizione al Registro tenuto dall’Organismo degli Agenti e Mediatori (Oam). L’attività svolta dalle Fiamme Gialle udinesi testimonia la particolare attenzione verso le sacche di evasione fiscale che possono annidarsi nelle nuove figure imprenditoriali o professionali, soprattutto connesse al mondodigitale, in settori poco regolamentati e non pienamente esplorati, che possono perciò sfuggire alle metodologie di controllo tradizionali.