29 marzo 2024
Aggiornato 00:30
sabato 27 luglio

Pacifico arriva in Friuli: «Terra generosa e magnifica»

Il cantautore si racconta: «La scrittura è la mia scialuppa, senza mi confondo»

UDINE - Sarà Pacifico, uno dei cantautori e autori tra i più stimati del panorama italiano, l’ospite d’eccezione del terzo e ultimo appuntamento del nuovo format 'Musica e Parole'. Il cantautore sarà al Palmanova Outlet Village sabato 27 luglio, alle 21, nella piazzetta principale (ingresso gratuito). Lo abbiamo intervistato per sapere qualcosa in più sul suo disco, sul suo modo di scrivere le canzoni e sulla sua visione della musica. 

Il 27 luglio si esibirà in Friuli Venezia Giulia, prendendo parte a un format nel quale dovrà anche raccontarsi. Lei che oltre a essere un cantante è anche un autore, che rapporto ha con il pubblico? Le piace raccontarsi?
"A giudicare dalla permanenza in televisione della striscia notturna di Marzullo, direi che tutti amano raccontarsi. Anche i social lo dimostrano, ognuno espone a tutti un racconto di sé. Sono timido, e detesto annoiare. Ma non sono reticente, quindi sarà piacevole raccontarsi».

Ha scritto per grandi artisti. A chi oggi vorrebbe dare un suo testo della nuova generazione di cantanti?   
"Non c'è un artista specifico, sono interessato a tutti. Più che a chi scrive però, mi interesso alle voci. Perché chi già scrive vuole avere, com'è giusto, tutto lo spazio necessario per esprimersi, e quindi non ha bisogno di collaborare, almeno a inizio carriera. E poi le voci hanno quel potere di dare alle canzoni la loro forma definitiva. Il brano che arriva dall'autore è spesso solo un'indicazione. Quelle parole e quella melodia diventano canzone in bocca ai cantanti, che gli buttano dentro tanta forza da spalancare le finestre».

Restando in tema, cosa pensa di questa generazione 2.0 di artisti della musica?
"Ce ne sono di interessanti e di derivativi, come in tutte le generazioni. Il problema è che se il mercato soffre - e soffre - aumenta la percentuale di 'furbizia' nella scrittura. Perché arrivano poche cose in cima, e queste poche tendono a uniformarsi. Un mercato piccolo, dove si investe meno, temo darà meno spazio a intuizioni differenti, ci sarà meno da esplorare, i terminali, radio e discografici, semplificheranno e pretenderanno brani molto simili tra loro». 

Cosa ha voluto raccontare con questo nuovo disco?
"La fragilità di tutti, parlando ovviamente della mia. E i modi, i piccoli mezzi che abbiamo per resistere». 

Musica, cinema, teatro. I suoi scritti hanno accontentato diversi generi artistici. Cos’ha ancora in serboPacifico?
"La scrittura è la mia scialuppa, senza mi confondo. Quindi credo ancora molte canzoni, per me e per altri, monologhi, letture, magari un altro libro». 

Chiudiamo con una domanda 'territoriale'. Conosce il Fvg? Ha mai trascorso qualche periodo in questa terra?
"No. Pochissime volte. Ma il Fvg ha una reputazione consolidata di terra generosa e magnifica, e sono sicuro che ogni esperienza che farò confermerà questo giudizio».