19 aprile 2024
Aggiornato 23:00
Il bilancio

Terza corsia, meno incidenti sul lavoro nei cantieri grazie alla prevenzione

Nel tratto tra Alvisopoli – Gonars si è passati da 11 a 4 infortuni, in quello tra Portogruaro – Alvisopoli sono stati pari a zero

UDINE - Gli infortuni sul lavoro nel cantiere del terzo lotto (Alvisopoli - Gonars) per la costruzione della terza corsia si sono più che dimezzati. Il confronto fra i primi sei mesi del 2018 e lo stesso periodo del 2019, infatti segnala che da 11 gli incidenti sono passati a 4. Nel secondo lotto (Portogruaro - Alvisopoli) sono stati addirittura pari a zero in 14 mesi di lavori (il cantiere è stato aperto nell’agosto 2018).

«Il forte calo degli infortuni è stato reso possibile grazie all’implementazione della formazione messa in atto dal nostro coordinamento per la sicurezza in fase di esecuzione (Cse) di Autovie Venete, braccio operativo del Commissario per l’Emergenza in A4. Questa formazione svolta direttamente sul campo ha consentito di coinvolgere non solo direttori dei lavori ma anche gli stessi lavoratori rendendoli partecipi dell’importanza che riveste la sicurezza a tutela della loro salute». A dirlo è stato il direttore operativo di Autovie Venete e responsabile unico del procedimento della terza corsia, Enrico Razzini nel corso del convegno organizzato dall’Università di Udine, dal titolo 'Sicurezza nel lavoro 4.0', che ha fatto il punto sull’evoluzione della normativa e sui risultati raggiunti .Durante il convegno è stato anche assegnato il premio di laurea 'Giuseppe Lombardi', istituito in ricordo del magistrato Giuseppe Lombardi, scomparso nove anni fa, che operò a Udine e Trieste.

Nei cantieri della terza corsia, ogni giorno lo staff del Cse (parte integrante dell’unità organizzativa del responsabile della sicurezza), controlla oltre 400 maestranze e quasi 4.000 fra macchine operatrici e attrezzature utilizzate in cantiere. Tra le attività svolte regolarmente dall’ufficio vi sono i verbali di sopralluogo e di coordinamento e le relative sanzioni alle ditte esecutrici in caso di inadempienze «ma abbiamo notato - ha affermato Razzini - che questi strumenti previsti per legge da soli non bastavano». A inizio 2018 c’è stato un incremento di infortuni (dai 5 del secondo semestre 2017 agli 11 del secondo semestre 2018) e «così il Cse ha introdotto nuovi strumenti che ci hanno consentito una svolta», ha aggiunto il direttore dell’area operativa. Tra questi il 'Registro delle inadempienze'. Si tratta di un documento nel quale figurano tutte le irregolarità riscontrate in un cantiere, i rischi ad esso correlati e le soluzioni che le aziende sono tenute ad osservare. E in caso di infortuni nello stesso registro vengono segnalate le cause che li hanno generati e le azioni da intraprendere per prevenire il ripetersi di questi eventi. «Fatta la diagnosi, abbiamo trovato la cura - ha concluso Razzini - che concretamente ha significato formazione e aggiornamento dei dirigenti e dei lavoratori delle ditte coinvolte nei lavori, anche diffondendo le analisi 'Registro delle inadempienze', sulla cui base mettere poi in atto le azioni di prevenzione degli infortuni evitando così anche le sanzioni».