19 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Udine

Da tradizione a futuro, successo per la prima Premiazione dell’Economia della Cciaa Pn-Ud

Sono state 85 le benemerenze consegnate al Giovanni Da Udine. Con il presidente Da Pozzo, sul palco il sindaco Fontanini e l’assessore Bini

UDINE - Una Premiazione che, muovendo da una lunga tradizione, guarda al futuro. Un futuro che si annuncia particolarmente complesso e in veloce cambiamento, con la rivoluzione tecnologica che continua a trasformare la nostra società, non senza portarsi dietro carichi di rischi per molti versi ancora sconosciuti. Ma l’innovazione dev’essere una leva di crescita e miglioramento, e l’economia e le imprese ne devono essere protagoniste, anche quelle di un Fvg interconnesso con il mondo. Su queste considerazioni si è celebrata, giovedì 14 novembre, la prima Premiazione dell’economia e dello sviluppo del territorio, per la prima volta è stata realizzata dalla Camera di Commercio di Pordenone-Udine, dopo l’accorpamento, avvenuto lo scorso autunno, tra le Camere dei due territori. È stata dunque una Cerimonia speciale per festeggiare 85 premiati (di cui cinque Targhe dell’Eccellenza), tra imprenditori, lavoratori e personalità che si sono particolarmente distinte, con il loro impegno quotidiano, dentro e fuori dai confini regionali. L’evento è stato condotto dal direttore di Telefriuli Alessandra Salvatori, con interviste alle Targhe dell’eccellenza e all’ospite d’onore, il giornalista e scrittore Federico Rampini, curate dal direttore del Messaggero Veneto Omar Monestier. Targhe dell’eccellenza che sono state conferite all’Arma dei Carabinieri (istituzioni), a Chiara Valduga per il Gruppo Cividale (internazionalizzazione), al Cro di Aviano (scienza), all’Associazione Maratonina Udinese (marketing territoriale) e al giovane neurologo Alberto Vogrig (ricerca). A festeggiare la novantina di premiati, un Teatro Giovanni Da Udine al completo, con in sala le principali personalità del mondo economico e istituzionale del Fvg, oltre ovviamente a tantissimi amici e parenti dei premiati.

Le parole di Da Pozzo

A fare gli onori di casa, il presidente della Camera di Commercio Giovanni Da Pozzo, sul palco assieme al sindaco di Udine Pietro Fontanini e all’assessore regionale alle attività produttive Sergio Emidio Bini. E se Fontanini ha ricordato come questi ultimi siano stati anni positivi per l’economia friulana, dopo anni difficili, lanciando quindi un messaggio di fiducia per il futuro, Da Pozzo ha approfondito i temi della serata, riassunti in una serie di parole chiave, che sono state proiettate sul maxischermo alle sue spalle. «Questa Premiazione – ha detto Da Pozzo – è un bel momento che ci permette di ricordare come Pordenone e Udine insieme rappresentino oltre il 90% del territorio regionale, l’80% delle imprese, il 70% delle presenze turistiche solo nella provincia di Udine. Inoltre 400 sono le imprese di Pordenone e Udine tra le Top 500 della regione. È un territorio che, nel rispetto delle diversità territoriali e delle comunità, è il motore della nostra regione, un onore ma anche un onere e una responsabilità per il mondo produttivo e associativo delle nostre imprese». Ma se è giusto parlare di Fvg, «in un’economia globalizzate bisogna avere una visione a 360 gradi – ha aggiunto Da Pozzo –. E infatti, tra le tante parole chiave della Premiazione, una delle più 'pesanti' è senza dubbio 'globalizzazione', legata alla geoeconomia mondiale in cerca di nuovi paradigmi». Oggi, ha detto Da Pozzo, ci si rende conto che, con la globalizzazione, potrebbe non essere andato tutto come si pensava o come atteso e programmato. La rivoluzione tecnologica corre a un passo difficile da elaborare, la sua portata è dirompente, ma comporta rischi enormi, molti dei quali tuttora ignoti alla maggior parte di noi, tra i quali gli influssi sulla coesione sociale, sulla consapevolezza e l'impegno dei cittadini, sul mercato del lavoro e sulle fondamenta stesse delle nostre organizzazioni sociali. «Lungi dall’avere risposte in quest’epoca di domande aperte e sempre nuove, è però necessario riflettere su tutto questo per capire quanto sia articolato il contesto in cui ci dobbiamo muovere e in cui sono chiamate a operare anche le nostre piccole e medie imprese – ha evidenziato Da Pozzo –. Se c’è una cosa certa, è che la sfida dell’innovazione non è qualcosa da cui si può prescindere. Se c’è una cosa positiva a cui la globalizzazione ci ha portato, è stata la necessità di riportare al centro l’uomo, mai come ora messo di fronte alle sue responsabilità. In un contesto così interconnesso, le azioni individuali possono diventare motore di un cambiamento globale e le piccole e medie imprese hanno oggi un ruolo cruciale in questo processo, godendo più di altre organizzazioni sociali della fiducia delle persone. Mai come oggi, grazie all’innovazione, abbiamo la capacità di capire che nessuna attività umana può essere isolata, ma può crescere solo se il contesto cresce.  Crescita significa considerare l’uomo inserito nell’ambiente. E la responsabilità sociale, anche nel fare impresa, non va considerata un valore fine a se stesso o una semplice tattica di marketing, ma una strategia reale, un modo di essere, basilare per la vita stessa dell’impresa, in grado di portare a reali vantaggi, economici e non solo, per l’azienda e oltre l’azienda».

L'esperienza di Rampini 

L’assessore Bini ha ringraziato i Premiati, «la speranza per il futuro della nostra regione e del nostro Paese – ha detto –. Stiamo attraversando una fase molto delicata per la nostra economia, un Paese fiaccato da una crisi lunga che ci sta condizionando da diversi anni. È arrivato il momento della responsabilità e dell’azione congiunta. Dobbiamo assieme recuperare capacità di visione, coraggio e responsabilità». Bini ha anche stigmatizzato il reddito di cittadinanza, evidenziando al contrario la necessità che si investa nelle imprese e nel sistema economico. All’intervento di Bini è seguito quello dell’ospite d’onore, Rampini, che ha ripreso e approfondito il tema della globalizzazione, in una disamina storica che si è soffermata in particolare sul suo cambiamento. Se «la globalizzazione – ha detto – è stata caratterizzata storicamente da un’egemonia americana, un soft power non fondato solo dalla forza delle armi, ma sul potere delle idee, dei valori, di regole condivise, specie dalla fine della seconda guerra mondiale, oggi siamo in una fase in cui una sorta di nuovo e ben diverso Piano Marshall è quello che sta facendo la Cina». Rampini ha ricordato come esistano «cantieri cinesi in tutta l’Eurasia, in Africa, nel Golfo Persico e anche vicino a noi, con investimenti di mille miliardi in un decennio. È la Cina che dice ai suoi partner 'vi costruisco io le infrastrutture del futuro'». E ricordando che «gli imperi in ascesa costruiscono strade, gli imperi in declino costruiscono muri», ha ribadito come la Cina stia oggi facendo una proposta forte al mondo, anche se ovviamente non è un regalo. «La Cina non regala le infrastrutture, fa dei prestiti. Abbiamo già dei casi di Stati che non possono pagare e i cinesi diventano proprietari di quelle infrastrutture». Una riflessione ad ampio raggio sulla portata della proposta cinese, non solo di costruzione di infrastrutture, ma di effettiva visione del mondo, che sarà destinata ad avere riflessi importanti sul nostro futuro, assolutamente da non sottovalutare.