16 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Il 28 novembre alle 20.30

«Sot des stelis fredis» al Centrale in anteprima per Suns Europe

L’appuntamento è stato organizzato in collaborazione con CEC - Centro Espressioni Cinematografiche

UDINE - Con la proiezione (in anteprima assoluta) di «Sot des stelis fredis», di Stefano Giacomuzzi, apre la sezione cine (cinema) di Suns Europe - evento organizzato annualmente dalla cooperativa Informazione Friulana con il sostegno finanziario della Regione Fvg, dell'ARLeF, Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane, e della Fondazione Friuli, con il patrocinio del Comune di Udine, del Consiglio d’Europa e del NPLD - che si concluderà il 30 novembre con il concertone in programma al Teatro Nuovo Giovanni da Udine (i biglietti sono già disponibili in prevendita online, al Giovanni da Udine oppure nei punti vendita autorizzati, qui l’elenco).

IL FILM - L’appuntamento, organizzato in collaborazione con CEC - Centro Espressioni Cinematografiche, sarà ospitato il 28 novembre, dalle 20.30, al cinema Centrale di Udine (costo 5 euro). L’ingresso sarà vietato ai minori di 14 anni per il linguaggio utilizzato, a tratti crudo. A proiezione conclusa l'autore dialogherà con don Pierluigi Di Piazza, del Centro Balducci, e con l'antropologo Claudio Lorenzini, dell’Università degli Studi di Udine, e sarà a disposizione del pubblico per eventuali domande. In attesa di questo appuntamento, alle 18 alla Biblioteca Joppi, si discuterà invece di letteratura friulana con autori, esperti e organizzatori dei premi San Simon, Tracanelli e Vôs de Basse. Il film, in lingua friulana, è ambientato in Carnia e racconta i mestieri antichi («mi hanno sempre affascinato»), descrivendo in maniera attenta il rapporto viscerale fra uomo e natura: «Vedendo il film appare subito chiaro il significato del titolo, che indica l’indifferenza del cosmo verso l’esistenza dell’uomo», ha spiegato il giovane regista (laureato in cinematografia e documentari in Uk e con un trascorso da Fabrica di Benetton Group). «Sot des stelis fredis» è stato girato tra le montagne della Carnia.

LA PAROLA AL REGISTA - In quelle zone Giacomuzzi ha trascorso molto tempo tra il 2015 e il 2016 seguendo la vita di alcuni abitanti di quei luoghi: «Ho conosciuto circa 200 persone, per poi sceglierne tre», ha raccontato. Utilizzando la macchina da presa quasi fosse una penna, ha iniziato la sua narrazione. L’obiettivo ora chiaro nella sua mente, la strada per raggiungerlo, invece, è arrivata una ripresa dopo l’altra. Apparentemente il film può sembrare un documentario osservativo sulla vita in montagna - e indubbiamente si tratta anche di questo - ma il microcosmo della Carnia su cui si focalizza il film risulta essere il riflesso di una realtà più ampia, un espediente per parlare della vita dell’uomo, del suo suo rapporto con gli animali, la natura e soprattutto con il tempo. Mettere le mani nella terra, sentire lo sporco sotto le unghie, l'erba che pizzica la pelle. Sentire l'alito di un animale, il caldo, sulla faccia. E ancora il sole freddo della montagna, la paura che incute un paesaggio, la desolazione. Sentire la solitudine e, soprattutto, lo scorrere del tempo. Ecco dunque che nella pellicola (in bianco e nero) la lingua assume un’unica dimensione, quella «sonora. I pochi dialoghi - ha precisato - hanno lo stesso valore dei versi delle «bestie»: l’uomo è messo, infatti, sullo stesso piano degli animali. Per questo, ho deciso di lasciare anche il linguaggio a tratti forte. Perché fa parte della fonetica dei personaggi, non per il suo significato».

Tutto il programma e le info sono su www.sunseurope.com e sulla pagina Facebook ‘SUNS Europe’.